lunedì 27 dicembre 2021

La Rocca di Sanvitale

Il 14 novembre 2021 ci ritroviamo a Fontanellato in provincia di Parma dov'è la Rocca di Sanvitale. Un castello imponente molto suggestivo con il fossato pieno di acqua. Costruita nel 1486, la rocca è sempre stata della famiglia dei Sanvitale, prima come fortificazione militare e poi nel 500 è diventata palazzo nobiliare, Attualmente di proprietà del Comune. Il castello é stato venduto da Giovanni Sanvitale (l'ultimo superstite della famiglia) al Comune per 23 milioni di lire. All'epoca, la moglie del Signore Sanvitale era la figlia di Maria Luigia D'Austria, infatti la madre veniva spesso a Fontanellato ospite della figlia. All'interno la rocca è ancora completamente arredata e piena di mobili di pregio e di reperti storici.
Una cosa assolutamente da non perdere è la sala, tutta affrescata dal Parmigianino, dedicata a Diana ed Atteone, una vera meraviglia. Gli affreschi sono eccezionali e illustrano il mito di Diana e Atteone. Secondo il mito, Atteone era andato a caccia con diversi amici e quasi alla fine della battuta di caccia, si era addentrato nella foresta per inseguire una preda. Così facendo aveva sorpreso Diana nuda che faceva il bagno nel fiume. Diana, per impedirgli di farne parola, gli spruzzò il viso con l'acqua del fiume trasformandolo in un cervo. Atteone si accorse solo in seguito di questa trasformazione, specchiandosi nell'acqua, e ritornando i suoi cani non lo riconobbero e lo sbranarono.
Questa sala bellissima è stata fatta in soli 40 giorni dal Parmigianino (chiamato così perché era minuto di corporatura) che aveva solo vent'anni all'epoca. Paola Gonzaga di Sanvitale ha scelto il motivo della decorazione. La sala è stata pensata come luogo di meditazione che, riproducendo un episodio drammatico, avrebbe dovuto aiutare  a sublimare gli episodi tragici della vita.
Nella rocca c'è una una sala con prismi che mostrano quello che c'è all'esterno col principio del periscopio, (per quei tempi era un prodigio) purtroppo nelle ore serali non è stato possibile vederla.

sabato 30 ottobre 2021

Una gita a Padova (e dintorni)

Il 13 Ottobre 2021 arriviamo a Padova, visitiamo la Basilica di Sant'Antonio chiamata La Chiesa del Santo. Dentro c'è la tomba monumentale di Sant'Antonio attorniata dalle rappresentazioni dei miracoli che gli vengono attribuiti, ha risuscitato alcune persone, riattaccato un piede ad un'altra persona, il tutto rappresentato da altorilievi bellissimi in marmo bianco. Dal centro della chiesa la cappella dell'Arca (la cappella è chiamata così) è tutta illuminata con una luce che prende una tonalità azzurrina, riflessa del marmo bianco di Carrara. Al centro della cappella c'è il sarcofago, o arca, che molti toccano. La basilica è enorme, lunga 115 metri e larga fino a 38,5 metri. Altra cosa spettacolare nella Basilica è la Cappella del Beato Luca, tutta affrescata, risale al sec. XIII. Gli affreschi sono di Giusto de’ Menabuoi. Uscendo scopriamo che a Padova visse Padre Placido Cortese che durante il nazifascismo aiutò tanti internati slavi nel campo di concentramento di Vo Vecchio. Notare che gli internati in quel campo erano slavi e sono stati imprigionati in quel luogo dagli italiani. Dopo l'8 Settembre del 1943 Placido Cortese entrò a far parte della Resistenza fino a che venne catturato e torturato fino alla morte e poi probabilmente sepolto nella risiera di San Sabba. Il Presidente Mattarella il 5 Giugno 2017 gli ha conferito la Medaglia d'Oro al merito civile ed alla memoria.

Usciamo e ci troviamo in Piazza Antenore, dov'è la tomba di Antenore che dovrebbe essere, secondo la leggenda, il fondatore di Padova. Antenore appartiene alla mitologia greca e pare che fosse, tra l'altro, il padre di Lacoonte, quello che quando hanno accolto il cavallo di Troia nelle mura si è un po' incazzato perché ha detto che  non bisognava fidarsi dei Greci. Come sappiamo non l'hanno ascoltato. In realtà sembra che questi resti contenuti nella tomba non siano di Antenore ma di un guerriero ungherese morto fra il III e IV secolo.

Andiamo in Piazza dei Signori dov'è la  Torre dell'Orologio, che:

è una bellissima torre coperta di piombo, nella quale è quello artificiosissimo horologio, il quale oltre il battere, e il mostrar dell'hore, mostra il giorno del mese, il corso del Sole nelli dodeci segni del Zodiaco, li giorni della luna, gli aspetti d'essa col sole, & il suo crescere, e scemare. Fu inventore di questa opera mirabile Giovanni Dondio nobile Padovano Medico, & Astrologo celebratissimo, la cui famiglia poi per questo meraviglioso orologio cominciò a esser chiamata orologia»
(Angelo Portenari, Della Felicità di Padova)

L'orologio è ritornato a funzionare nel giugno del 2010 dopo un restauro. Manca il segno della Bilancia perché i segni rappresentati si rifanno al sistema zodiacale pre-romano nel quale le costellazioni dello Scorpione e della Bilancia erano unite in una sola.

Non abbiamo potuto visitare il Palazzo della Ragione, ma entriamo nel Battistero, tutto affrescato da Giusto de' Menabuoi, al centro in alto il Cristo Pantocratore tutto intorno sono affrescati vari episodi Bibbia: le Nozze di Cana, la strage degli innocenti, l'apocalisse. Dal 2021 è patrimonio dell'Unesco.

Visitiamo il Quartiere ebraico, con tanti negozi di antiquari, le viuzze in pavé e vari localini. in una via vediamo una rappresentazione di un artista moderno, Dario Stironi dal titolo Sono a pezzi. E' una specie di androide composto da vari pezzi di plastica e rifiuti elettronici, vedi la foto. Sorprendente.

Vediamo Palazzo Bo, sede dell'Università di Padova ma purtroppo non riusciamo a visitarla perché contemporaneamente avevamo la visita prenotata alla Cappella degli Scrovegni. All'interno esiste il Teatro Anatomico, prima struttura stabile al mondo nella quale gli studenti di medicina assistevano alle autopsie. Costruito nel 1594, tutto in noce intagliato, aveva finestre cieche e gli studenti assistevano alle operazioni alla luce delle torce. E' stato utilizzato fino al 1872. Nel Palazzo Bo c'è la cattedra di Galileo che pare fosse sempre affollata da studenti che volevano assistere alle sue lezioni.

Visitiamo poi la chiesa degli Eremitani affrescata dal Mantegna. La chiesa ha subito i bombardamenti degli alleati, con la perdita di diversi affreschi in parte ricostruiti pazientemente con i frammenti rimasti, il soffitto a carena di nave in legno è stato rifatto dopo la guerra.

Andiamo alla Cappella Degli Scrovegni, una meraviglia tutta affrescata da Giotto.
Ultimo restauro è recente, risale al 2001, infatti i colori sono vividi e bellissimi. L' illuminazione intelligente adattiva a LED la valorizza. L'epoca è 1303 -1305. Si tratta di una delle opere più importanti dell'arte occidentale. Giotto l'ha realizzata all'età di 36 anni, commissionata da questa famiglia (gli Scrovegni appunto) che erano banchieri. Abbandonata l'arte bizantina, Giotto ha umanizzato i personaggi delle opere, sul viso dei personaggi viene rappresentata la sofferenza. Nella cappella c'è il primo bacio della storia dell'arte, pare ci fossero dei precedenti ma questo come realismo e bellezza è insuperato. I due innamorati che si baciano sono Anna e Gioacchino, Anna è Sant'Anna che è poi la madre di Maria. Ci sono anche qui varie scene della Bibbia, anche la scena dei Magi dove si vede la cometa di Halley.
Nel giudizio universale ci sono scene di torture e compaiono anche uomini di chiesa, una denuncia di Giotto.
La Cappella degli Scrovegni è stata definita la Cappella sistina del 1300. Giotto pare abbia imparato a Ravenna ad usare la prospettiva  e poi ha portato quest'arte a Padova. In basso i riquadri delle opere sono contrapposti, a sinistra ci sono le virtù e a destra il riquadro corrispondente del vizio. Le aureole dei santi sono nere perché il materiale color oro che è stato utilizzato si è deteriorato. Nelle scene dell'inferno compaiono anche un papa e un Vescovo che dà le benedizioni e si fa pagare.Visitiamo anche i musei civici degli eremitani, tra le altre cose ci sono reperti romani, pietre dure incise con la tecnica della Glittica e reperti egiziani portati da Giovanni Battista Belzoni. Belzoni costruì una macchina per l'irrigazione commissionatagli dal il Pascià, ma questi lo mandò via senza neanche pagarlo perché temeva sollevazioni popolari da parte della manodopera dell'epoca e così si mise ad viaggiare per le sponde del Nilo e diventò esploratore. Epoca 1800 circa.

14 Ottobre 2021

Abbandonata Padova, facciamo un giro per Abano Terme, pieno di Hotel di lusso che ospitano Spa e stabilimenti termali. Ci racconta un edicolante che ad Abano non esistono le terme come ad esempio a Salsomaggiore, ma qui ogni albergo ha una concessione per attingere all'acqua termale e per andare a raccogliere i fanghi in un lago termale qui vicino. Una passeggiata rilassante tra pensionati che si godono il soggiorno termale e poi ci spostiamo a Montagnana.

Montagnana è una delle poche città con le mura medievali ancora integre. Il paese è proprio racchiuso nelle mura medievali, ci sono diverse porte per accedere alla città. E' una bella cittadina suggestiva con una piazza enorme dove si trova la chiesa della Giuditta (il Duomo) con un affresco attribuito al Giorgione. A ridosso delle mura, in alcuni quartieri sono state costruite alcune casette basse attaccate alle mura medievali. Una di queste era aperta in fase di ristrutturazione e abbiamo potuto vedere proprio il muro medievale, lasciato faccia vista all'interno di una stanza, non capita a tutti di avere una parete di casa che risale al medioevo.


domenica 12 settembre 2021

Sicilia, mi piace.

30/08/2021

Appena arrivati all'areoporto di Palermo, ci affrettiamo a noleggiare un'auto che ci porterà a spasso per la Sicilia, ci danno una Volkswagen Up.

Con Booking prendiamo possesso di un alloggio che è un gioiellino, di fronte al mare di Porto Empedocle (il paese di Camilleri), con una terrazza enorme vista mare.
Ad Agrigento vediamo il Monastero di S.Spirito
Costruito intorno al 1290. Divenne vero centro culturale nominato dagli agrigentini Bataranni grande badia. Costanza Chiaramonte trascorse qui i suoi ultimi anni dopo esservi ritirata nel 1322. La leggenda dice che impazzì perché ripudiata dal marito Francesco I di Ventimiglia. Passiamo nella via dell'arte con la sua scalinata tutta colorata e tutti i murales. Visitiamo poi la Cattedrale di San Geraldo

31/08/2021
 La mattina alle 8:40 circa, dopo una camminata in spiaggia, proprio davanti a casa nostra arriviamo alla Scala dei Turchi, una meraviglia della natura. Una scalinata naturale dalle forme tondeggianti fatta di una pietra bianchissima immacolata che si affaccia su un mare blu spettacolare. La Scala dei Turchi è di marna, una roccia sedimentaria di natura calcarea e argillosa.

Nel nostro girovagare, capitiamo a Realmonte, un piccolo paesino, ci fermiamo per un arancino che sembra non arrivare mai, seduti a dei tavolini un po' improvvisati fuori da una panetteria che fa anche da bar, quando arrivano gli arancini sono una delizia. Probabilmente sono stati fatti sul momento, l'attesa non è stata inutile.

Alla sera visita alla Valle dei Templi
Tutti questi templi facevano parte della città di
Akragas che fu fondata nel 581 a.Cristo dagli abitanti di Gela, originari delle isole di Rodi e di Creta. Akragas è stata una delle principali città del mondo antico. Nel 406 a.C. fu saccheggiata dai cartaginesi  e fu ricostruita. Dal 262 a.C. Agrigento entrò nel dominio romano, restando tuttavia una città importante. 

I templi sono tutti illuminati e sono meravigliosi, nella notte calda passeggiamo e un cane ci segue per un poco in questa visita, sembra a suo agio tra le colonne doriche.

Tra i tantissime templi visitiamo il Tempio di Giunone con il suo altare, usato per i sacrifici umani nel lato est. Dalle mura difensive della città, sono state ricavate delle tombe paleocristiane si chiamano Arcosolio
Vediamo il tempio della Concordia. La leggenda dice che alla fine del VI secolo il Vescovo Gregorio ha consacrato il tempio ai santi Pietro e Paolo dopo aver scacciato i demoni pagani Eber e Raps. All'interno, tra un tempio e l'altro ci sono ulivi secolari. Ai piedi del tempio di Zeus ci sono i Talamoni ricostruiti, in pratica quelle colonne a forma umana che sorreggono la struttura del tempio e lì vicino, tra il tempio della Concordia e quello di Ercole c'è la casa del Capitano Alexander Hardcastle (Villa Aurea). Hardcastle era un capitano dell'esercito inglese che nel 1921 venne ad abitare in questi luoghi splendidi, essendo ormai innamorato perdutamente dell'atmosfera che vi si respira e fece rialzare diverse colonne del tempio di Ercole ormai a terra. Passiamo nel Giardino dei giusti del mondo nel quale ci sono tanti alberi dedicati ognuno a varie personalità: Falcone, Borsellino, Levatino e poi
Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie e Cosina, Emanuela Loi e Claudio Traina (la scorta di Paolo Borsellino) e poi Piersanti Mattarella, Sophie ed Hans Scholl (i ragazzi della Rosa Bianca).
Alla sera passeggiamo per il centro di Porto Empedocle, molto bello, dov'è un monumento a Pirandello e un murales enorme con Camilleri, molto suggestivo.
Ci prendiamo due cannoli sensazionali con una cialda croccantissima, riempiti sul momento in una pasticceria 

01/09/2021

Prima di lasciare quasi a malincuore la meravigliosa villetta sul mare di Porto Empedocle facciamo una passeggiata sulla spiaggia ed arriviamo in una zona recintata dove le tartarughe Caretta Caretta sono protette, proprio in quei giorni si schiuderanno le uova e le tartarughe neonate faranno la loro corsa verso il mare.

Ci dirigiamo verso Sciacca, ma prima passiamo a Caltabellotta. E' un piccolo centro, per raggiungerlo facciamo una strada tutta a tornanti in montagna. Ci sono i cartelli che dicono di mettere i pneumatici da neve in inverno. La strada per arrivare là è una delle cose più suggestive, si vede la Sicilia rurale, con piccoli allevamenti di capre. Il paesino è addossato a una montagna, c'è un piccolo mercato.
Arriviamo a Sciacca: La Sede comunale è un palazzo enorme. E' stato un collegio, eretto nel 1613 dai Gesuiti a spese del nobile fondatore, Giovanni Battista Perollo – che donò quindicimila scudi – divenne demanio dello Stato dopo la soppressione della Compagnia di Gesù. Adesso è di proprietà del Comune, è oggi sede degli uffici municipali.

Un una via del centro c'è una targa che commemora Accurso Miraglia comunista ucciso dalla mafia https://it.m.wikipedia.org/wiki/Accursio_Miraglia
Visitiamo la Chiesa del Carmine,  normanna. Vediamo ex Chiesa di S.Margherita, sconsacrata.
E' interessante notare che molti negozi sono chiusi dopo le 12. Le città prendono vita dopo le 17. A Sciacca ci sono molti vasi in ceramica colorati, installati per tutto il paese, Sciacca è una cittadina che ha diversi botteghe artigiane di ceramisti, visitiamo il Laboratorio di ceramica di Gaspare Cascio che ha una tecnica particolare per i suoi vasi che sembrano avere riflessi metallici antichi. Alla sera ceniamo alla Locanda del Re Sciacca che, a dispetto del nome altisonante è una piccola trattoria di Sciacca, dove però si mangia benissimo. Assaggiamo, tra i vari antipasti il Tabulè (o Tabbouleh) che è un cous-cous freddo e poi gli spaghetti al cartoccio cotti nella pasta della pizza, eccezionali.

02/09/2021

Prima di lasciare Sciacca passiamo sulle famose scale in crociate in un su e giù tutto colorato con le maioliche e al porto facciamo scorta di varie conserve e prodotti tipici, (tra i quali la mitica crema di pistacchio) che poi spediamo a casa in un pacco. Andiamo alle Grotte Vaporose di S.Calogero, troviamo chiuso ma poi riusciamo ad entrare accodandoci ad un gruppo di francesi. É come una sauna naturale dalle profondità della terra arriva calore ed umidità. E via, si parte per Selinunte. 

Selinunte era un'antica città situata sulla costa sud-occidentale della Sicilia, durata solo 250 anni. E' il parco archeologico più grande d'Europa ed è nel Comune di Castelvetrano vicino alla foce del Belice. I templi sono fantastici, visti di giorno sotto il sole della Sicilia tra i fichi d'india. Vediamo il Tempio e Heraion F dedicato a Atena, Eracle o Dionisio, è ormai una rovina, Olimpieyon e poi le Tombe a incinerazione (dove i defunti venivano cremati e messi in urne rotonde di pietra. Un cartello cita Jean Paul Sartre Interrogammo i templi di Selinunte, il loro silenzio aveva più peso di tante parole. Nell'area museale del parco compare anche una stele scolpita che è una specie di decalogo di come fare i vari riti e sacrifici: a Zeus Eumenes ed agli Eumenidi si sacrifichi una vittima perfetta (...) Ai tritopatori impuri si sacrifichi come agli eroi, compiuta una libagione di vino attraverso il tetto si bruci una delle none parti (di una nuova vittima) il tempio B - acropoli - probabilmente dedicato a Demetra e alla figlia Kore, crollato
il tempio C - che presentava in origine
sulla facciata una testa di gorgone che ora è custodita a Palermo nel museo "A.Salinas"  dalle ricostruzioni si vede che dovevano essere bellissimi, tutti colorati con toni rossi e blu. Ci concediamo un po' di riposo alla spiaggia della Spiaggia della pineta, dove, scavando con le mani sul bagnasciuga si ricava un fango nero che, dicono, faccia bene alla pelle per impacchi. Poco più avanti c'è la foce del Belice. Alla sera guardiamo i templi illuminati dalla spiaggia di Zabbara
 

03/09/2021

La mattina siamo a Marsala. Vediamo il Duomo di Marsala ed il Palazzo Fici che era una residenza signorile del XVIII secolo, Qui c'è il barocco. Poi il Palazzo Sala Spanò. Nel centro, la città ha una pavimentazione fatta di una pietra bianca e lucida simile a quella di Siracusa.
Nel primo pomeriggio si va alla Laguna dello Stagnone, luogo incredibile. Facciamo una camminata nell'acqua bassa (arriva sotto al ginocchio) per centinaia di metri fino ad arrivare alla cosiddetta Isola Lunga o Isola Grande. In origine erano due isolotti staccati che poi si sono uniti con i depositi portati dal mare ed hanno dato origine alla laguna . Al centro della laguna c'è l'isola di Mozia o Mothia. C'è un vento notevole e camminiamo in questa acqua bassa che ha delle tonalità verdastre, deve avere una concentrazione di sale potente, a fianco l'acqua è più alta e blu e ci sono tanti Kitesurfer che disseminano l'orizzonte di vele tutte colorate. Alle
18:30, dopo un po' di riposo davanti ad un aperitivo visitiamo le saline. E' molto suggestivo. Il sale estratto da queste saline è ricavato ancora con un antico metodo, rimasto inalterato. Ci sono queste innumerevoli vasche collegate regolate da chiuse. I mulini a vento che sollevavano l'acqua dalle vasche più basse, ora sono stati sostituiti da motori elettrici, ma sono stati conservati e sono molto belli. Le ultime vasche fanno evaporare buona parte dell'acqua in concentrazione sempre superiore e si forma il sale. Il capo delle saline che controlla i livelli e sovrintende al funzionamento dell'impianto viene chiamato curato. In giugno, se non c'è vento,  si forma sulla superficie dell'acqua delle vasche il fior di sale che ha un sapore particolare perché ha tanti elementi in più (manganese ecc.), pare che sia un'esplosione di salinità. Più avanti nella stagione viene rotta la crosta sul fondo e fatti mucchi e poi con le carriole viene trasportato il sale all'esterno e messo in mucchi grandi. Quando arriva l'inverno con le tegole vengono coperti i mucchi di sale. Viene venduto anche il sale integrale, anche questo contiene altri elementi come magnesio e potassio. Il sale prodotto in queste saline è protetto come IGP (Indicazione Geografica Protetta) come Sale di Trapani. Le saline della Stagnone sono tra le ultime saline manuali, il sale non subisce alcun processo, viene solo messo in un forno per asciugare. Nelle saline normali il sale viene raccolto con ruspe, che quindi raccolgono anche la terra, e quindi deve essere lavato con un procedimento chimico. Qui vengono prodotte circa 10.000 tonnellate di sale ogni anno. Le vasche sono di un colore rosa bellissimo per la presenza sia di un'alga che dell'artemia salina (un piccolo crostaceo che riesce a vivere in un ambiente che ha una salinità spaventosa. Ai margini cresce l'asparago di mare, una pianta che (non si sa come) riesce a vivere in un ambiente così salato, è anche commestibile, ne assaggiamo una foglia e naturalmente è salata. Visitiamo il mulino che è del 1500, e raccoglieva l'acqua per distribuirla tra le varie vasche. Il lavoro delle saline è stagionale e solo estivo, per questo non è facile trovare la manodopera.
La serata finisce nella Vecchia salumeria un locale che fa anche da ristorante, nel retro della salumeria. Ci mangiamo un cous-cous di pesce veramente buono e concludiamo con un bicchierino di Marsala, fatto con 4 vini bianchi invecchiati in barrique) con tagliacozzo (biscottini con mandorla o sesamo). Tra i clienti c'è la mamma del cameriere che lo guarda con ammirazione e ogni tanto si addormenta su una sedia.



Sabato 04/09/2021

A Mazara Del Vallo ci facciamo una colazione super con caffè e cannolo e poi visitiamo la chiesa di San Giuseppe e la piazza e poi la Basilica cattedrale, bellissime. A Mazara sono ancora presenti i quartieri arabo (la Kasbah) e quello ebraico. 

Mazara ebbe tre secoli di dominazione islamica e poi fu conquistata dal Conte Ruggero (cioè dai Normanni)  nel 1072 e cinta da mura. Nota: i normanni venivano dalla Normandia- Francia - ma erano comunque originari della Danimarca e della Norvegia. Conquistata Mazara Ruggero fece costruire un castello demolito poi a fine 800, ma in piazza a Mazara ci sono ancora i resti della porta normanna. Per questo esistono ancora quartieri arabi come la Kasbah e lì risiedono ancora popolazioni musulmane discendenti degli abitanti dell'epoca

E' molto interessante visitare la Kashba dove sentiamo ancora echi di un Muezzin che invita alla preghiera, sui muri vari disegni e frasi che parlano di tolleranza
Vediamo poi la Chiesa di San Michele dei Normanni, vicino ci sono le  monache benedettine di clausura che vendono i dolci. Forse loro stesse hanno reinventato la cassata che prima era un dolce arabo e poi è stato ripreso e decorato con i canditi e con la glassa in un modo che ricorda lo stile barocco. Facciamo una breve visita alla località di  Torretta Granitola località di mare ancora abitata da locali, pochi turisti, e ci rilassiamo seduti ad un tavolino di un bar guardando il mare. La sera nella trattoria Da Giacomo ceniamo la busiata (una pasta fatta con una fettuccina arrotolata) con uova di pesce e gamberetti e scampi.

Domenica 05/09/2021 - Trapani

Prendiamo un alloggio a Paceco (vicino a Trapani). Il titolare è un toscano molto simpatico (Francsco), sembra Panariello anche nell'aspetto.


Girando per le vie di Trapani, come in tutta la Sicilia, si vedono continuamente dei souvenir (calamite o anche vasi) a forma di Testa di Moro, una tradizione Siciliana che ha origine da una leggenda di amore gelosia e vendetta. 

Verso il 1100, durante il periodo della dominazione dei Mori in Sicilia, nel quartiere Kalsa di Palermo, viveva “una bellissima fanciulla dalla pelle rosea paragonabile ai fiori di pesco al culmine della fioritura e un bel paio di occhi che sembravano rispecchiare il bellissimo golfo di Palermo”.

Questa ragazza trascorreva le sue giornate occupandosi delle piante del suo balcone. Un giorno si trovò a passare da quelle parti un giovane Moro, che non appena la vide, subito se ne invaghì e decise di averla a tutti i costi. Quindi senza indugio entrò in casa della ragazza e le dichiarò immediatamente il suo amore. La fanciulla, colpita da tanto ardore, ricambiò l’amore del giovane Moro, ma ben presto la sua felicità svanì non appena venne a conoscenza che il suo amato l’avrebbe presto lasciata per ritornare in Oriente, dove l’attendeva una moglie con due figli.
Fu così che la fanciulla attese la notte e non appena il Moro si addormentò lo uccise e poi gli tagliò la testa.
Della testa del Moro ne fece un vaso dove vi piantò del basilico e lo mise in bella mostra fuori nel balcone. Il Moro, in questo modo, non potendo più andar via sarebbe rimasto per sempre con lei. Intanto il basilico crebbe rigoglioso e destò l’invidia di tutti gli abitanti del quartiere che, per non essere da meno, si fecero costruire appositamente dei vasi di terracotta a forma di Testa di Moro.

Passando per la via principale di Trapani, vediamo Palazzo Senatorio, oggi sede del Comune,  molto bello con due orologi sulla facciata. Visitiamo la Cattedrale che presenta delle bellissime decorazioni in marmo sopra all'altare, bellissima anche la Chiesa del purgatorio col la sua cupola smeraldina
All'interno ci sono  statue con episodi (misteri: passione e morte di cristo) di Gesù ognuno viene portato in processione da diversi ceti, pescatori, metallurgici ecc. si tratta della Processione dei misteri che viene fatta il venerdì Santo.
Proseguiamo  piedi verso laTorre di Ligny, Turrigni in siciliano, fatta costruire durante la dominazione spagnola contro i pirati barbari. Adesso si raggiunge a piedi ma in origine era su un isolotto staccato dalla terra. Nella guerra mondiale divenne una postazione anti aerea. Sul terrazzo della torre c'è un cartello trasparente che consente di vedere il mare e segnala la posizione all'orizzonte nella quale avvenne la battaglia delle Egadi contro Cartagine nel 241 A.c.. Al porto vediamo la nave Sea-Watch che è stata sequestrata e messa in custodia lì.
Con l'auto prendiamo la strada per Erice che si inerpica in montagna. La temperatura del paese di Erice cambia notevolmente, c'è anche un po' di nebbia e abbastanza freddo, ci saranno almeno 10 gradi in meno rispetto a Trapani. Erice è un centro medievale, molto suggestivo. Appena arrivati ci colpisce la Chiesa Madre molto caratteristica, risale al 1314, pare fosse stata destinata ad accogliere coloro che si erano macchiati di gravi peccati. Sempre ad Erice vista la coda fuori dalla panetteria caratteristica impariamo che esiste un altro dolce tipico, la cassatella genovese, che non c'entra nulla con la cassata perché è fritto e servito caldo e ripieno di ricotta.


Lunedì 06/09/2021

Grazie alla gentilezza di Francesco "Panariello" abbiamo già i biglietti e prendiamo subito la mattina il traghetto per Favignana. Appena arrivati noleggiamo due biciclette elettriche che sembrano un po' scassate ma in realtà funzionano egregiamente e ci apprestiamo a girare tutta l'isola. Scopriamo un paradiso naturale inestimabile. Ci sono mille diverse calette con un mare che ha sfumature che vanno dal verde turchese al blu. Giriamo con queste biciclette. Ogni tanto le lasciamo e ci tuffiamo in quel verde-turchese e poi, senza neppure asciugarci, rimontiamo in sella alla ricerca di nuove avventure. Il mare è tropicale con rocce o sabbia bianchissima e soffice, ci sono praterie di posidonie con i pesci. Mi fermo in una specie di pozzo naturale di roccia, collegato con il mare aperto e mi tuffo nell'acqua alta, sotto vedo alghe e il fondale tutto colorato. Giriamo tutta l'isoletta fino a dove è possibile e intorno alle 18, esausti, aspettando il traghetto che ci riporta a Trapani ci concediamo una granita siciliana alla mandorla con la brioche. Prima di ripartire una visita al palazzo Florio. Arriviamo al b&b e Francesco addirittura ci invita a cena a base di specialità siciliane cucinate da lui. Ci sediamo a tavola con lui, sua moglie Bice ed altre due coppie di ospiti. Tra le alttre cose ci mangiamo delle melanzane grigliate sulle quali mettiamo abbondante pesto siciliano. Uno degli ospiti porta il pistacchione, un gelato favoloso al gusto di pistacchio mescolato con crema al pistacchio.


Martedì 07/09/2021
Ci accordiamo con una coppia di nostri amici e ci troviamo a San Vito Lo Capo e insieme andiamo all'ingresso della riserva dello Zingaro. Iniziamo l'escursione, possiamo ammirare spiaggette bellissime e vegetazione dominata da palme nane molto particolari, si vedono i segni dell'incendio che purtroppo si è verificato lo scorso anno. Sul tragitto vediamo il Museo di cultura contadina Pietro Minardo. Si tratta della conservazione di una casa contadina che è stata abitata fino agli anni '60. All'interno si vede un aratro dell'epoca che veniva trainato dai muli. Molti manufatti sono fatti utilizzando come materia prima proprio le palme nane che sono endemiche. Il recupero della struttura lo dobbiamo ad un designer inglese che ha sistemato queste abitazioni facendo portare tutti i materiali a dorso di mulo, non essendo possibile utilizzare altri mezzi di trasporto. Sul sentiero la Grotta dell'Uzzo che era un insediamento preistorico con tombe del VI millennio a.C.

Arrivati a Scopello ci prendiamo un pane cunzato che dopo 8 Km. di escursione viene molto apprezzato. Al ritorno una visita a San Vito Lo Capo con sosta al bar per una cassatina

Mercoledì 08/09/2021
Ci spostiamo a Castellammare del Golfo, bella località di mare con un fortilizio vicino al porto. Ci prendiamo una giornata di relax in spiaggia e poi alla ricerca di prodotti tipici. A pranzo ci prendiamo una busiata speciale con polpa di aragosta. Al tramonto ci sediamo sulle panchine del porto per ammirare la vista di Castellammare illuminata dalla prime luci della sera.

Giovedì 09/09/2021

Purtroppo è finita! Bisogna prendere l'aereo che ci riporta a casa, ma prima di andare all'aereoporto Falcone e Borsellino di Palermo passiamo con nostalgia un'oretta a Palermo ed al mercato di Ballarò che è sempre un luogo speciale.

lunedì 5 luglio 2021

h2o

 

Mi chiamano H2O sono una molecola e attraverso il tempo e lo spazio, ne ho viste di cose!
Ho capito che gli esseri umani sono di due generi, ma ce n'è uno in particolare che mi appassiona, è più delicato e complicato, più emotivo e più compassionevole. Solo da poco conosco gli umani perché sono stata, per migliaia di anni, allo stato solido nei ghiacciai. Poi la temperatura è aumentata e sono evaporata.
Sono precipitata da un nuvolone in
un paese chiamato Nicaragua. Ho fatto parte di un fiume impetuoso che ha spazzato via ogni cosa e mi sono infilata nelle profondità della terra. Lì mi sono fermata. Ho riposato in un pozzo profondo. Da Novembre ad Agosto in quella zona nessuna di noi H2O cade dal cielo. Gli umani che studiano lo chiamano corridoio secco centroamericano. Poi è arrivata Juana. Tocca sempre a lei andare a prendere l'acqua dal pozzo. L'altro genere di umani non l'aiuta, anche se ha più muscoli, perché dice che quello è un lavoro da femmine, dev'essere una specie di consuetudine. Juana mi ha tirato su dal pozzo. Ero sull'orlo di un contenitore di plastica da venti litri e sono caduta fuori, credo di aver portato un po' di sollievo a Juana con la mia freschezza, colando sul suo fianco ferito, esattamente nel punto dove lei appoggia il fusto di plastica. Juana lo porta fino a casa, appoggiandoselo in vita, per dieci volte al giorno. E ancora, il sole caldo mi ha fatto tornare in alto. Come vapore acqueo ho viaggiato tanto, ho fatto parte di cicloni, seguendo la rotazione della terra, formando le nubi con le mie sorelle, la nostra forza era immensa. Ed eccomi ancora a formare una goccia tra le gocce in un acquedotto di città. Una umana del genere compassionevole mi ha bevuta, si vede che è il mio destino, ma mi piace essere la parte liquida del loro corpo bellissimo. Ero in un suo occhio, vedevo quello che lei vedeva. Lei voleva andarsene, non sopportava più l'altro umano, quello dell'altro genere che era in casa con lei, perché la picchiava sempre. Lei glielo ha gridato. Sono diventata una sua lacrima e ho visto specchiata in me l'immagine di lui con il coltello. Ho provato una tenerezza infinita quando lei mi ha pianto spaventata, eppure ancora aveva quasi pietà per lui. Ho rigato la pelle liscia delle guance di lei come se avessi voluto darle una carezza. Quando è arrivata la prima coltellata sono diventata rossa del suo sangue. 


 

Attilio Bongiorni 

domenica 20 giugno 2021

Dune bianche della Sardegna


 Domenica 6 Giugno 2021
arriviamo in Sardegna, a Cagliari, con un volo Ryanair. Abbiamo subito un piccolo problema con noleggio auto, per la rigidità di B-Rent che non ci ha voluto dare un'auto per il fatto che non avevamo la carta di credito ma solo Postepay, risolto con Autonoleggio Sardinya, molto gentili e pratici.
Trasferimento a Villa Simius Aras Boutique Hotel. Pomeriggio spiaggia Simius, bellissima, mare blu, c'è il vento e il cielo è striato da nuvole bellissime, l'acqua sembra gelida, il fondale è trasparente, ci sono pesci molto belli tra le Posidonie, alcuni grigi e striati di giallo e altri gialli con righe grigie. 
La sera ceniamo a Villa Simius da Azul di Massimiliano un ragazzo che anni fa aveva un locale a Caminata in Valtidone.
Lunedì  7 Giugno bella colazione in giardino, arriviamo a Cava Usai, una spiaggia che anni fa era una cava di granito. Il luogo è suggestivo è un ambiente post industriale con blocchi di granito abbandonati tra la spiaggia e il mare ma ha un fascino particolare.
Ci arrampichiamo sul sentiero che porta alla torre di Porto Giunco e scendiamo alla caletta di Porto Giunco. Faccio una nuotata con gli occhialini, il fondale è magnifico, i pesci mi vengono tutti inotorno. Più tardi mangiamo un fico d'india, direttamente dalla pianta in spiaggia. Appena dietro c'è lo stagno di Notteri con fenicotteri. Risaliamo per la Torre di Porto Giunco per ridiscendere a Cava Usai dov'era l'auto.
Verso le 15 andiamo alla spiaggia di Punta Molentis o Capo Carbonara, una visita veloce perché  l'accesso è a pagamento e non avremmo il tempo di godercela. Bellissima. Ci spostiamo verso Pula al b&b Al Sole di Pula. E' villa isolata nella campagna con un grande giardino molto curato. La proprietaria è una signora gentile e ci lascia le chiavi. Non c'è nessun altro ospite e la casa è tutta nostra. Poco dopo andiamo in paese e ci facciamo un aperitivo in gastronomia il con un Vermentino della Gallura e Daria del Sulcis, ci portano anche la pancetta e salumi sardi.
8 Giugno
Partiamo per Chia. La spiaggia è favolosa, sconfinata,  bianca, il mare è cristallino con le dune bianchissime. , il mare ha un colore azzurro fantastico. Appena dietro c'è lo stagno con alcuni fenicotteri che continuano a filtrare la sabbia impassibili.
Lì vicino c'è Cala Cipolla, a detta del posteggiatore una spiaggia molto bella,  non visitabile in quei giorni per le riprese del film Mollo tutto e apro un ciringuito con Claudio Bisio.
Andiamo alla spiaggia di Tuerredda, già dall'alto il panorama è mozzafiato, il colore del mare è fantastico; acqua di un turchese favoloso con riflessi smeraldo, indimenticabile.
Ci prendiamo un aperitivo con Mojito in quella spiaggia spiaggia con quella vista meravigliosa.  Dormito in b&b a Teulada e cena con fregole con Arselle e pasta con bottarga e arselle. Notevole.  9 Giugno
Cercando un ufficio postale, per caso, arriviamo a Sant'Anna Arresi. Al centro del paese, vicino alla chiesa, c'è un nuraghe, una testimonianza dell'epoca del bronzo. La guida è un ragazzo del luogo di circa trent'anni e ci insegna come scavalcare e vedere l'interno, come faceva con i suoi coetanei da bambino, e così riesco a vedere il nuraghe all'interno.
Proseguiamo per Porto Pino, il sole mi martella e mi compro un cappellino di paglia (in realtà è di cartone pressato) per il sole intendo.
Percorrendo una strada sterrata arriviamo al parcheggio e poi a piedi in spiaggia. Ci sono enormi dune dietro alla spiaggia. Arrampicandoci sulle dune bianchissime sembra di essere nel Sahara la vegetazione a tratti è particolare con cardi di un colore violetto e ginepri secolari e scheletri di piante che spuntano dalla sabbia, probabilmente si tratta di alberi che sono stati coperti dalla sabbia. E' un ambiente naturale fantastico, c'è un vento abbastanza forte e ci sediamo nell'avvallamento di alcune dune al riparo per mangiare un po' di frutta, cercando di non contaminare quell'ecosistema meraviglioso
 Risaliamo in auto e arriviamo a Sant'Antioco. Andiamo a Cala Sapone. E' una piccola spiaggia circondata da rocce lisce, si cammina sulle rocce che ti portano fino al mare. Bisogna stare attenti ai ricci di mare. Il fondale è sempre fantastico con praterie di posidonie popolate da branchi di pesciolini. Raggiunto il b&b doccia e cena sul lungomare del porticciolo. Ceniamo in una cooperativa di pescatori con spaghetti alla capra di mare, un enorme granchio che fa un sugo fantastico, eccezionali!

10 Giugno
La mattina facciamo la visita guidata guidata al villaggio  ipogeo a Sant'Antioco, al museo etnografico e al forte. Il villaggio ipogeo, era una Necropoli cartaginese, si tratta in pratica di tombe scavate nella roccia tenera. Erano usate come catacombe.
In seguito le tombe sono state riutilizzate come rifugi e poi come cantine. in passato questi luoghi sono stati oggetto da incursioni arabe che rapivano la gente per ridurle in schiavitù. Per questo
le tombe venivano usate come abitazioni in modo che non fossero visibili dal mare. Erano basse, quindi gli uomini ritoccavano i soffitti e riuscivano ad alzarle. Dal 7 secolo avviene lo spopolamento di S.Antioco gli abitanti vi ritornavano solo per la festa del paese.
Nel 1400 circa arrivano i turchi ma l'isola diventa di proprietà della chiesa che offre gratis la terra per ripopolare l'isola. I primi coloni si spartiscono le terre dell'isola.
1750 questi locali diventano case per i poveri li chiamavano grutaius  un po' come a Matera. Nel 1920 vivevano qui tantissime persone che si ammalavano.Nel 53 54 vengono ricostruite  Come a Matera vengono costruite le prime case popolari ma queste per I primi tempi restano vuote. Gli abitanti anziani non vogliono stare nelle case popolari, solo i giovani, più aperti di mentalità iniziano ad utilizzarle e ad abbandonare le grotte.
Negli anni 70 solo alcune persone vivono ancora nel villaggio ipogeo. Negli anni 80 ancora qualche anziano viveva là.I sessantenni nativi del luogo hanno tutti vissuto in sa gruta (la grotta). Fino agli anni 60-70 durante la notte nessuno osava entrare nel villaggio, neppure la polizia, qualunque intruso si beccava una sassaiola.
Il Forte di Sant'Antioco risale al 1815 e serviva a difendere la popolazione dalle invasioni e scorribande dei tunisini. Il forte è nella parte alta dell'isola. un altro forte era in fondo al paese alla fine del ponte che collega l'isola alla Sardegna, vicino ai ruderi del ponte romano, questo viene distrutto dai tunisini. Gli abitanti di Sant'Antioco ne costruiscono uno nuovo sulla sommità del paese chiedendo aiuto ai Cagliaritani.
L'ultima invasione risale al 15 Ottobre 1815. Quel giorno gli abitanti vedono arrivare la nave tunisina che subdolamente batteva bandiera inglese. Come diversivo inizia a cannoneggiare il forte in fondo a Sant'Antioco. In realtà un'altra nave si avvicina alla costa e fa sbarcare un esercito di uomini che, facendo un ampio giro nelle campagne, sorprendono i pastori dell'isola. Questi, eroicamente si difendono e uccidono 400 tunisini ma il degli invasori era soverchiante
Il 16 Ottobre 1815 i tunisini deportano 133 persone donne, giovani, bambini che arrivano a Tunisi poco tempo dopo per essere ridotti in schiavitù.  Gli schiavi verranno riscattati dalla Regina che paga un riscatto insieme con la popolazione di Sant'Antioco. Per altri 14 anni i tunisini continueranno a fare Incursioni. Anche oggi arrivano persone da Tunisi, stavolta però sono emigranti in cerca di una vita migliore, questa è una cosa assolutamente non riportata dai notiziari nazionali ma solo dalla stampa locale. I migranti arrivano e vendono l'imbarcazione usata per la traversata ai pescatori dell'isola e poi se ne vanno.
Nel Museo etnografico vediamo i tessuti di bisso, una seta ottenuta da un mollusco che vive nei fondali dell'isola. Si tratta di un'enorme conchiglia (sembra una cozza gigantesca) pescata nel mare trasparente dai pescatori tramite un  un ferro apposito, direttamente dalla barca (il fondale basso e il mare di cristallo permettono questo). Ora il bisso è protetto. Anche il mollusco enorme si mangiava, ma pare non abbia un buon sapore, veniva bollito e tagliato a fette. Il bisso veniva ottenuto dai filamenti che ancorano la conchiglia al fondale (come simile alla barbetta delle cozze).

Dopo la visita prendiamo il traghetto a Calasetta e navighiamo verso l'isola di S.Pietro imbarcando anche la nostra Panda blu a noleggio.

Arriviamo in una mezz'ora a Carloforte bella cittadina di San Pietro e visitiamo la vecchia tonnara. Facciamo un giro per l'isola invasa dalla macchia mediterranea di un verde intenso e cercando spiagge da vedere, transitando su stradine non asfaltate che diventano sempre più strette capitiamo in luogo spettrale con alcune pale eoliche gigantesche ormai completamente arrugginite e bloccate ed una distesa di pannelli solari. Tutto ha l'aria di un impianto abbandonato a se stesso anche se i pannelli solari sembrano funzionare. Scappiamo da questo posto inquietante e capitiamo in una bella Oasi Lipu dove nidifica il falco della regina. C'è una spiaggetta, nella quale qualcuno fa il bagno, sullo sfondo domina una montagna azzurrina che spicca rispetto alle rocce tipiche di granito della Sardegna.

Alla sera un'altra cooperativa di pescatori ci offre un menu completamente inconsueto a base di Lattume (sperma di tonno), trippa di tonno e Seadas, dolce sardo con miele e formaggio fritto.

11 Giugno, Venerdì
Tornati sulla grande isola, ci spostiamo verso Iglesias e visitiamo Porto Flavia. Porto Flavia è galleria di carreggio. E' stata costruita nel 1922 per trasporto dei minerali di piombo (galena) e zinco (blenda) della vicina miniera del Sulcis. In quel luogo era impossibile costruire un porto a causa del vento di maestrale continuo. Prima della sua costruzione il minerale veniva caricato su barche a vela con le ceste a mano e portato a Carloforte, quindi con una procedura onerosa e lenta. "1 metri sotto la galleria ci sono 9 tunnel paralleli con altrettanti nastri trasportatori che trascinavano il minerale, collegati con silos (altre gallerie verticali), molto difficili da scavare. Questi silos venivano scavati dal basso, molto complicato. Le navi erano ancorate e non ormeggiate così  potevano stare lontano dalla roccia, altrimenti il vento le avrebbe sbatacchiate contro le rocce. Nel 1963 cessa l'attività del tunnel e la miniera lavora solo sino al 1967. Di fronte all'ingresso via mare della miniera si ha una vista spettacolare del Pan Di Zucchero il faraglione più alto del Mediterraneo
Nel pomeriggio il pandino ci porta a San Sperate al giardino sonoro di Pinuccio Sciola, emozionante vedere quelle opere e quello che ha fatto l'artista. Sua figlia ci racconta di quando ha scolpito il Pietrino, la statua di un giovane contadino sardo. Gli amici e i suoi professori lo fanno iscrivere alla scuola d'arte e vanno in visita alla mamma di Pinuccio Sciola: - Mio figlio lavora la terra e ogni tanto scolpisce il granito

- Signora, suo figlio ha talento! Facciamo che adesso scolpisce e quando avrà un po' di tempo lavorerà la terra

poi il racconto prosegue e intanto sentiamo i suoni delle pietre sonore, come una voce che arriva da tempi lontanissimi quando la terra e le rocce si stavano formando. La ragazza ci racconta di quando Sciola ha iniziato a creare le pietre sonore

- Un artista sardo come te si è comprato casa a New York e tu ti compri tutto stabilimento del marmista per tagliare le pietre

Subito dopo ci facciamo un giro nel paese a vedere i murales, fatti dai tantissimi artisti internazionali che Giuseppe (Pinuccio) ha attirato a San Sperate alla fine degli anni '60.

Andiamo a Cagliari, ultima tappa della vacanza che sta per terminare:
In un piccolo ristorante mangiamo il gattuccio di mare e capra in umido e tra un bicchiere di mirto e filo e feru scopriamo che anche in Sardegna esiste il furmai niss (il formaggio con i vermi che abbiamo noi dell'appennino) il loro si chiana Casu marzu

12 Giugno
L'ultimo giorno visitiamo la citta di Cagliari, molto bella ed elegante e molto Mediterranea
Notevole la cripta della Cattedrale di S.Maria, passiamo qualche ora alla spiaggia del Poetto e
costeggiamo le saline di Cagliari con i fenicotteri sempre indaffarati nel loro lavoro di filtraggio. Dopo un aperitivo a Cala Mosca ci prepariamo per il ritorno a casa.