domenica 12 settembre 2021

Sicilia, mi piace.

30/08/2021

Appena arrivati all'areoporto di Palermo, ci affrettiamo a noleggiare un'auto che ci porterà a spasso per la Sicilia, ci danno una Volkswagen Up.

Con Booking prendiamo possesso di un alloggio che è un gioiellino, di fronte al mare di Porto Empedocle (il paese di Camilleri), con una terrazza enorme vista mare.
Ad Agrigento vediamo il Monastero di S.Spirito
Costruito intorno al 1290. Divenne vero centro culturale nominato dagli agrigentini Bataranni grande badia. Costanza Chiaramonte trascorse qui i suoi ultimi anni dopo esservi ritirata nel 1322. La leggenda dice che impazzì perché ripudiata dal marito Francesco I di Ventimiglia. Passiamo nella via dell'arte con la sua scalinata tutta colorata e tutti i murales. Visitiamo poi la Cattedrale di San Geraldo

31/08/2021
 La mattina alle 8:40 circa, dopo una camminata in spiaggia, proprio davanti a casa nostra arriviamo alla Scala dei Turchi, una meraviglia della natura. Una scalinata naturale dalle forme tondeggianti fatta di una pietra bianchissima immacolata che si affaccia su un mare blu spettacolare. La Scala dei Turchi è di marna, una roccia sedimentaria di natura calcarea e argillosa.

Nel nostro girovagare, capitiamo a Realmonte, un piccolo paesino, ci fermiamo per un arancino che sembra non arrivare mai, seduti a dei tavolini un po' improvvisati fuori da una panetteria che fa anche da bar, quando arrivano gli arancini sono una delizia. Probabilmente sono stati fatti sul momento, l'attesa non è stata inutile.

Alla sera visita alla Valle dei Templi
Tutti questi templi facevano parte della città di
Akragas che fu fondata nel 581 a.Cristo dagli abitanti di Gela, originari delle isole di Rodi e di Creta. Akragas è stata una delle principali città del mondo antico. Nel 406 a.C. fu saccheggiata dai cartaginesi  e fu ricostruita. Dal 262 a.C. Agrigento entrò nel dominio romano, restando tuttavia una città importante. 

I templi sono tutti illuminati e sono meravigliosi, nella notte calda passeggiamo e un cane ci segue per un poco in questa visita, sembra a suo agio tra le colonne doriche.

Tra i tantissime templi visitiamo il Tempio di Giunone con il suo altare, usato per i sacrifici umani nel lato est. Dalle mura difensive della città, sono state ricavate delle tombe paleocristiane si chiamano Arcosolio
Vediamo il tempio della Concordia. La leggenda dice che alla fine del VI secolo il Vescovo Gregorio ha consacrato il tempio ai santi Pietro e Paolo dopo aver scacciato i demoni pagani Eber e Raps. All'interno, tra un tempio e l'altro ci sono ulivi secolari. Ai piedi del tempio di Zeus ci sono i Talamoni ricostruiti, in pratica quelle colonne a forma umana che sorreggono la struttura del tempio e lì vicino, tra il tempio della Concordia e quello di Ercole c'è la casa del Capitano Alexander Hardcastle (Villa Aurea). Hardcastle era un capitano dell'esercito inglese che nel 1921 venne ad abitare in questi luoghi splendidi, essendo ormai innamorato perdutamente dell'atmosfera che vi si respira e fece rialzare diverse colonne del tempio di Ercole ormai a terra. Passiamo nel Giardino dei giusti del mondo nel quale ci sono tanti alberi dedicati ognuno a varie personalità: Falcone, Borsellino, Levatino e poi
Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie e Cosina, Emanuela Loi e Claudio Traina (la scorta di Paolo Borsellino) e poi Piersanti Mattarella, Sophie ed Hans Scholl (i ragazzi della Rosa Bianca).
Alla sera passeggiamo per il centro di Porto Empedocle, molto bello, dov'è un monumento a Pirandello e un murales enorme con Camilleri, molto suggestivo.
Ci prendiamo due cannoli sensazionali con una cialda croccantissima, riempiti sul momento in una pasticceria 

01/09/2021

Prima di lasciare quasi a malincuore la meravigliosa villetta sul mare di Porto Empedocle facciamo una passeggiata sulla spiaggia ed arriviamo in una zona recintata dove le tartarughe Caretta Caretta sono protette, proprio in quei giorni si schiuderanno le uova e le tartarughe neonate faranno la loro corsa verso il mare.

Ci dirigiamo verso Sciacca, ma prima passiamo a Caltabellotta. E' un piccolo centro, per raggiungerlo facciamo una strada tutta a tornanti in montagna. Ci sono i cartelli che dicono di mettere i pneumatici da neve in inverno. La strada per arrivare là è una delle cose più suggestive, si vede la Sicilia rurale, con piccoli allevamenti di capre. Il paesino è addossato a una montagna, c'è un piccolo mercato.
Arriviamo a Sciacca: La Sede comunale è un palazzo enorme. E' stato un collegio, eretto nel 1613 dai Gesuiti a spese del nobile fondatore, Giovanni Battista Perollo – che donò quindicimila scudi – divenne demanio dello Stato dopo la soppressione della Compagnia di Gesù. Adesso è di proprietà del Comune, è oggi sede degli uffici municipali.

Un una via del centro c'è una targa che commemora Accurso Miraglia comunista ucciso dalla mafia https://it.m.wikipedia.org/wiki/Accursio_Miraglia
Visitiamo la Chiesa del Carmine,  normanna. Vediamo ex Chiesa di S.Margherita, sconsacrata.
E' interessante notare che molti negozi sono chiusi dopo le 12. Le città prendono vita dopo le 17. A Sciacca ci sono molti vasi in ceramica colorati, installati per tutto il paese, Sciacca è una cittadina che ha diversi botteghe artigiane di ceramisti, visitiamo il Laboratorio di ceramica di Gaspare Cascio che ha una tecnica particolare per i suoi vasi che sembrano avere riflessi metallici antichi. Alla sera ceniamo alla Locanda del Re Sciacca che, a dispetto del nome altisonante è una piccola trattoria di Sciacca, dove però si mangia benissimo. Assaggiamo, tra i vari antipasti il Tabulè (o Tabbouleh) che è un cous-cous freddo e poi gli spaghetti al cartoccio cotti nella pasta della pizza, eccezionali.

02/09/2021

Prima di lasciare Sciacca passiamo sulle famose scale in crociate in un su e giù tutto colorato con le maioliche e al porto facciamo scorta di varie conserve e prodotti tipici, (tra i quali la mitica crema di pistacchio) che poi spediamo a casa in un pacco. Andiamo alle Grotte Vaporose di S.Calogero, troviamo chiuso ma poi riusciamo ad entrare accodandoci ad un gruppo di francesi. É come una sauna naturale dalle profondità della terra arriva calore ed umidità. E via, si parte per Selinunte. 

Selinunte era un'antica città situata sulla costa sud-occidentale della Sicilia, durata solo 250 anni. E' il parco archeologico più grande d'Europa ed è nel Comune di Castelvetrano vicino alla foce del Belice. I templi sono fantastici, visti di giorno sotto il sole della Sicilia tra i fichi d'india. Vediamo il Tempio e Heraion F dedicato a Atena, Eracle o Dionisio, è ormai una rovina, Olimpieyon e poi le Tombe a incinerazione (dove i defunti venivano cremati e messi in urne rotonde di pietra. Un cartello cita Jean Paul Sartre Interrogammo i templi di Selinunte, il loro silenzio aveva più peso di tante parole. Nell'area museale del parco compare anche una stele scolpita che è una specie di decalogo di come fare i vari riti e sacrifici: a Zeus Eumenes ed agli Eumenidi si sacrifichi una vittima perfetta (...) Ai tritopatori impuri si sacrifichi come agli eroi, compiuta una libagione di vino attraverso il tetto si bruci una delle none parti (di una nuova vittima) il tempio B - acropoli - probabilmente dedicato a Demetra e alla figlia Kore, crollato
il tempio C - che presentava in origine
sulla facciata una testa di gorgone che ora è custodita a Palermo nel museo "A.Salinas"  dalle ricostruzioni si vede che dovevano essere bellissimi, tutti colorati con toni rossi e blu. Ci concediamo un po' di riposo alla spiaggia della Spiaggia della pineta, dove, scavando con le mani sul bagnasciuga si ricava un fango nero che, dicono, faccia bene alla pelle per impacchi. Poco più avanti c'è la foce del Belice. Alla sera guardiamo i templi illuminati dalla spiaggia di Zabbara
 

03/09/2021

La mattina siamo a Marsala. Vediamo il Duomo di Marsala ed il Palazzo Fici che era una residenza signorile del XVIII secolo, Qui c'è il barocco. Poi il Palazzo Sala Spanò. Nel centro, la città ha una pavimentazione fatta di una pietra bianca e lucida simile a quella di Siracusa.
Nel primo pomeriggio si va alla Laguna dello Stagnone, luogo incredibile. Facciamo una camminata nell'acqua bassa (arriva sotto al ginocchio) per centinaia di metri fino ad arrivare alla cosiddetta Isola Lunga o Isola Grande. In origine erano due isolotti staccati che poi si sono uniti con i depositi portati dal mare ed hanno dato origine alla laguna . Al centro della laguna c'è l'isola di Mozia o Mothia. C'è un vento notevole e camminiamo in questa acqua bassa che ha delle tonalità verdastre, deve avere una concentrazione di sale potente, a fianco l'acqua è più alta e blu e ci sono tanti Kitesurfer che disseminano l'orizzonte di vele tutte colorate. Alle
18:30, dopo un po' di riposo davanti ad un aperitivo visitiamo le saline. E' molto suggestivo. Il sale estratto da queste saline è ricavato ancora con un antico metodo, rimasto inalterato. Ci sono queste innumerevoli vasche collegate regolate da chiuse. I mulini a vento che sollevavano l'acqua dalle vasche più basse, ora sono stati sostituiti da motori elettrici, ma sono stati conservati e sono molto belli. Le ultime vasche fanno evaporare buona parte dell'acqua in concentrazione sempre superiore e si forma il sale. Il capo delle saline che controlla i livelli e sovrintende al funzionamento dell'impianto viene chiamato curato. In giugno, se non c'è vento,  si forma sulla superficie dell'acqua delle vasche il fior di sale che ha un sapore particolare perché ha tanti elementi in più (manganese ecc.), pare che sia un'esplosione di salinità. Più avanti nella stagione viene rotta la crosta sul fondo e fatti mucchi e poi con le carriole viene trasportato il sale all'esterno e messo in mucchi grandi. Quando arriva l'inverno con le tegole vengono coperti i mucchi di sale. Viene venduto anche il sale integrale, anche questo contiene altri elementi come magnesio e potassio. Il sale prodotto in queste saline è protetto come IGP (Indicazione Geografica Protetta) come Sale di Trapani. Le saline della Stagnone sono tra le ultime saline manuali, il sale non subisce alcun processo, viene solo messo in un forno per asciugare. Nelle saline normali il sale viene raccolto con ruspe, che quindi raccolgono anche la terra, e quindi deve essere lavato con un procedimento chimico. Qui vengono prodotte circa 10.000 tonnellate di sale ogni anno. Le vasche sono di un colore rosa bellissimo per la presenza sia di un'alga che dell'artemia salina (un piccolo crostaceo che riesce a vivere in un ambiente che ha una salinità spaventosa. Ai margini cresce l'asparago di mare, una pianta che (non si sa come) riesce a vivere in un ambiente così salato, è anche commestibile, ne assaggiamo una foglia e naturalmente è salata. Visitiamo il mulino che è del 1500, e raccoglieva l'acqua per distribuirla tra le varie vasche. Il lavoro delle saline è stagionale e solo estivo, per questo non è facile trovare la manodopera.
La serata finisce nella Vecchia salumeria un locale che fa anche da ristorante, nel retro della salumeria. Ci mangiamo un cous-cous di pesce veramente buono e concludiamo con un bicchierino di Marsala, fatto con 4 vini bianchi invecchiati in barrique) con tagliacozzo (biscottini con mandorla o sesamo). Tra i clienti c'è la mamma del cameriere che lo guarda con ammirazione e ogni tanto si addormenta su una sedia.



Sabato 04/09/2021

A Mazara Del Vallo ci facciamo una colazione super con caffè e cannolo e poi visitiamo la chiesa di San Giuseppe e la piazza e poi la Basilica cattedrale, bellissime. A Mazara sono ancora presenti i quartieri arabo (la Kasbah) e quello ebraico. 

Mazara ebbe tre secoli di dominazione islamica e poi fu conquistata dal Conte Ruggero (cioè dai Normanni)  nel 1072 e cinta da mura. Nota: i normanni venivano dalla Normandia- Francia - ma erano comunque originari della Danimarca e della Norvegia. Conquistata Mazara Ruggero fece costruire un castello demolito poi a fine 800, ma in piazza a Mazara ci sono ancora i resti della porta normanna. Per questo esistono ancora quartieri arabi come la Kasbah e lì risiedono ancora popolazioni musulmane discendenti degli abitanti dell'epoca

E' molto interessante visitare la Kashba dove sentiamo ancora echi di un Muezzin che invita alla preghiera, sui muri vari disegni e frasi che parlano di tolleranza
Vediamo poi la Chiesa di San Michele dei Normanni, vicino ci sono le  monache benedettine di clausura che vendono i dolci. Forse loro stesse hanno reinventato la cassata che prima era un dolce arabo e poi è stato ripreso e decorato con i canditi e con la glassa in un modo che ricorda lo stile barocco. Facciamo una breve visita alla località di  Torretta Granitola località di mare ancora abitata da locali, pochi turisti, e ci rilassiamo seduti ad un tavolino di un bar guardando il mare. La sera nella trattoria Da Giacomo ceniamo la busiata (una pasta fatta con una fettuccina arrotolata) con uova di pesce e gamberetti e scampi.

Domenica 05/09/2021 - Trapani

Prendiamo un alloggio a Paceco (vicino a Trapani). Il titolare è un toscano molto simpatico (Francsco), sembra Panariello anche nell'aspetto.


Girando per le vie di Trapani, come in tutta la Sicilia, si vedono continuamente dei souvenir (calamite o anche vasi) a forma di Testa di Moro, una tradizione Siciliana che ha origine da una leggenda di amore gelosia e vendetta. 

Verso il 1100, durante il periodo della dominazione dei Mori in Sicilia, nel quartiere Kalsa di Palermo, viveva “una bellissima fanciulla dalla pelle rosea paragonabile ai fiori di pesco al culmine della fioritura e un bel paio di occhi che sembravano rispecchiare il bellissimo golfo di Palermo”.

Questa ragazza trascorreva le sue giornate occupandosi delle piante del suo balcone. Un giorno si trovò a passare da quelle parti un giovane Moro, che non appena la vide, subito se ne invaghì e decise di averla a tutti i costi. Quindi senza indugio entrò in casa della ragazza e le dichiarò immediatamente il suo amore. La fanciulla, colpita da tanto ardore, ricambiò l’amore del giovane Moro, ma ben presto la sua felicità svanì non appena venne a conoscenza che il suo amato l’avrebbe presto lasciata per ritornare in Oriente, dove l’attendeva una moglie con due figli.
Fu così che la fanciulla attese la notte e non appena il Moro si addormentò lo uccise e poi gli tagliò la testa.
Della testa del Moro ne fece un vaso dove vi piantò del basilico e lo mise in bella mostra fuori nel balcone. Il Moro, in questo modo, non potendo più andar via sarebbe rimasto per sempre con lei. Intanto il basilico crebbe rigoglioso e destò l’invidia di tutti gli abitanti del quartiere che, per non essere da meno, si fecero costruire appositamente dei vasi di terracotta a forma di Testa di Moro.

Passando per la via principale di Trapani, vediamo Palazzo Senatorio, oggi sede del Comune,  molto bello con due orologi sulla facciata. Visitiamo la Cattedrale che presenta delle bellissime decorazioni in marmo sopra all'altare, bellissima anche la Chiesa del purgatorio col la sua cupola smeraldina
All'interno ci sono  statue con episodi (misteri: passione e morte di cristo) di Gesù ognuno viene portato in processione da diversi ceti, pescatori, metallurgici ecc. si tratta della Processione dei misteri che viene fatta il venerdì Santo.
Proseguiamo  piedi verso laTorre di Ligny, Turrigni in siciliano, fatta costruire durante la dominazione spagnola contro i pirati barbari. Adesso si raggiunge a piedi ma in origine era su un isolotto staccato dalla terra. Nella guerra mondiale divenne una postazione anti aerea. Sul terrazzo della torre c'è un cartello trasparente che consente di vedere il mare e segnala la posizione all'orizzonte nella quale avvenne la battaglia delle Egadi contro Cartagine nel 241 A.c.. Al porto vediamo la nave Sea-Watch che è stata sequestrata e messa in custodia lì.
Con l'auto prendiamo la strada per Erice che si inerpica in montagna. La temperatura del paese di Erice cambia notevolmente, c'è anche un po' di nebbia e abbastanza freddo, ci saranno almeno 10 gradi in meno rispetto a Trapani. Erice è un centro medievale, molto suggestivo. Appena arrivati ci colpisce la Chiesa Madre molto caratteristica, risale al 1314, pare fosse stata destinata ad accogliere coloro che si erano macchiati di gravi peccati. Sempre ad Erice vista la coda fuori dalla panetteria caratteristica impariamo che esiste un altro dolce tipico, la cassatella genovese, che non c'entra nulla con la cassata perché è fritto e servito caldo e ripieno di ricotta.


Lunedì 06/09/2021

Grazie alla gentilezza di Francesco "Panariello" abbiamo già i biglietti e prendiamo subito la mattina il traghetto per Favignana. Appena arrivati noleggiamo due biciclette elettriche che sembrano un po' scassate ma in realtà funzionano egregiamente e ci apprestiamo a girare tutta l'isola. Scopriamo un paradiso naturale inestimabile. Ci sono mille diverse calette con un mare che ha sfumature che vanno dal verde turchese al blu. Giriamo con queste biciclette. Ogni tanto le lasciamo e ci tuffiamo in quel verde-turchese e poi, senza neppure asciugarci, rimontiamo in sella alla ricerca di nuove avventure. Il mare è tropicale con rocce o sabbia bianchissima e soffice, ci sono praterie di posidonie con i pesci. Mi fermo in una specie di pozzo naturale di roccia, collegato con il mare aperto e mi tuffo nell'acqua alta, sotto vedo alghe e il fondale tutto colorato. Giriamo tutta l'isoletta fino a dove è possibile e intorno alle 18, esausti, aspettando il traghetto che ci riporta a Trapani ci concediamo una granita siciliana alla mandorla con la brioche. Prima di ripartire una visita al palazzo Florio. Arriviamo al b&b e Francesco addirittura ci invita a cena a base di specialità siciliane cucinate da lui. Ci sediamo a tavola con lui, sua moglie Bice ed altre due coppie di ospiti. Tra le alttre cose ci mangiamo delle melanzane grigliate sulle quali mettiamo abbondante pesto siciliano. Uno degli ospiti porta il pistacchione, un gelato favoloso al gusto di pistacchio mescolato con crema al pistacchio.


Martedì 07/09/2021
Ci accordiamo con una coppia di nostri amici e ci troviamo a San Vito Lo Capo e insieme andiamo all'ingresso della riserva dello Zingaro. Iniziamo l'escursione, possiamo ammirare spiaggette bellissime e vegetazione dominata da palme nane molto particolari, si vedono i segni dell'incendio che purtroppo si è verificato lo scorso anno. Sul tragitto vediamo il Museo di cultura contadina Pietro Minardo. Si tratta della conservazione di una casa contadina che è stata abitata fino agli anni '60. All'interno si vede un aratro dell'epoca che veniva trainato dai muli. Molti manufatti sono fatti utilizzando come materia prima proprio le palme nane che sono endemiche. Il recupero della struttura lo dobbiamo ad un designer inglese che ha sistemato queste abitazioni facendo portare tutti i materiali a dorso di mulo, non essendo possibile utilizzare altri mezzi di trasporto. Sul sentiero la Grotta dell'Uzzo che era un insediamento preistorico con tombe del VI millennio a.C.

Arrivati a Scopello ci prendiamo un pane cunzato che dopo 8 Km. di escursione viene molto apprezzato. Al ritorno una visita a San Vito Lo Capo con sosta al bar per una cassatina

Mercoledì 08/09/2021
Ci spostiamo a Castellammare del Golfo, bella località di mare con un fortilizio vicino al porto. Ci prendiamo una giornata di relax in spiaggia e poi alla ricerca di prodotti tipici. A pranzo ci prendiamo una busiata speciale con polpa di aragosta. Al tramonto ci sediamo sulle panchine del porto per ammirare la vista di Castellammare illuminata dalla prime luci della sera.

Giovedì 09/09/2021

Purtroppo è finita! Bisogna prendere l'aereo che ci riporta a casa, ma prima di andare all'aereoporto Falcone e Borsellino di Palermo passiamo con nostalgia un'oretta a Palermo ed al mercato di Ballarò che è sempre un luogo speciale.