Mi
chiamano H2O
sono una molecola e attraverso il tempo e lo spazio, ne ho viste di
cose!
Ho capito che gli esseri umani sono di due generi, ma ce
n'è uno in particolare che mi appassiona, è più delicato e
complicato, più emotivo e più compassionevole. Solo da poco conosco
gli umani perché sono stata, per migliaia di anni, allo stato solido
nei ghiacciai. Poi la temperatura è aumentata e sono evaporata.
Sono
precipitata da un nuvolone in un
paese
chiamato Nicaragua. Ho fatto parte di un fiume impetuoso che ha
spazzato via ogni cosa e mi sono infilata nelle profondità della
terra. Lì mi sono fermata. Ho riposato in un pozzo profondo. Da
Novembre ad Agosto in
quella zona
nessuna di noi H2O cade dal cielo. Gli
umani che studiano lo chiamano
corridoio
secco centroamericano.
Poi è
arrivata Juana. Tocca sempre
a
lei andare a prendere l'acqua dal pozzo. L'altro genere di umani non
l'aiuta, anche se ha più muscoli, perché dice che quello è
un lavoro da femmine, dev'essere una specie di consuetudine. Juana mi
ha tirato su dal pozzo. Ero sull'orlo di un contenitore di plastica
da
venti litri
e sono caduta
fuori,
credo di aver portato un po' di sollievo a
Juana
con la mia freschezza, colando sul suo fianco ferito, esattamente nel
punto
dove lei appoggia il fusto di plastica. Juana
lo porta fino a casa, appoggiandoselo in vita, per dieci volte al
giorno. E
ancora, il
sole caldo mi ha fatto tornare in alto. Come vapore acqueo ho
viaggiato tanto, ho fatto parte di cicloni, seguendo la rotazione
della terra, formando le nubi con le mie sorelle, la nostra forza era
immensa. Ed eccomi ancora a formare una goccia tra le gocce in un
acquedotto di città. Una umana del genere compassionevole mi ha
bevuta, si vede che è il mio destino, ma mi piace essere la parte
liquida del loro corpo bellissimo. Ero in un suo occhio, vedevo
quello che lei vedeva. Lei voleva andarsene, non sopportava più
l'altro umano, quello dell'altro genere che era in casa con lei,
perché la picchiava sempre. Lei
glielo
ha gridato. Sono
diventata una sua lacrima e ho visto specchiata in me l'immagine di
lui con il coltello. Ho provato una tenerezza infinita quando lei mi
ha pianto spaventata, eppure ancora aveva quasi pietà per lui. Ho
rigato la pelle liscia delle guance di lei come se avessi voluto
darle una carezza. Quando è arrivata la prima coltellata sono
diventata rossa del suo sangue.
Attilio Bongiorni