Nella mattinata del 02 settembre, passeggiando vediamo il Castello Svevo e la Basilica Cattedrale, veramente bella, e poi la chiesa di San Giacomo che è unica. Chiamata anche Santa Maria De' Russis, risale al 1143, reduce da un terremoto nel 1600 e da un incendio nel 1902. Visitiamo la zona ebraica e la Sinagoga Scola Nova La popolazione degli ebrei ha avuto un forte incremento a Trani in seguito alla fuga degli stessi dalla Spagna musulmana. La Sinagoga Scola Nova diventò chiesa verso la fine del XIII secolo per poi essere recentemente restituita al culto originario (nel 2007) grazie ad un accordo tra l'Arcidiocesi di Trani e la Comunità Ebraica. Vediamo poi la Villa Comunale che ha un giardino bellissimo pieno di pappagallini verdi e con una fontana piena di tartarughe.
A Trani siamo rimasti senza auto per un guasto, ma non ci arrendiamo (la macchina sarà riparata fra 2 o 3 giorni) quindi prendiamo il treno per Bari. Arriviamo
subito nelle vie del centro dove spicca il palazzo Mincuzzi del 1928,
un esempio di architettura commerciale. All'epoca ospitava i grandi
magazzini della famiglia Mincuzzi, che lo fece costruire. Bari è veramente bella, specialmente Bari Vecchia, con le sue vie strette e le donne che lì vendono le orecchiette fatte da loro. Arriviamo a Largo Albicocca, una piazzetta caratteristica molto bella e vivace e poi visitiamo la Basilica di San Nicola, altro esempio di romanico pugliese. Si fa notare il trono sul quale sedeva il Vescovo che è un'opera scultorea molto pregiata in pietra bianca. La particolarità di questa chiesa, dedicata a San Nicola, è che contiene parti ortodosse. San Nicola di Bari, detto anche San Nicola di Myra o San Nicolao o San Nicolò infatti è un santo venerato anche dalla religione ortodossa e all'interno della chiesa c'è una targa di amicizia firmata da Vladimir Putin! (Ebbene sì). Questa chiesa infatti è frequentata anche dagli ortodossi e, con la fine del comunismo è diventata meta di pellegrinaggio da persone provenienti dall'est. Nella cripta, che è piena di colonne e capitelli bizantini e che è bellissima, c'è il corpo del santo e si vedono persone particolarmente devote che stanno in ginocchio un tempo infinito, vicino alla grata dell'altare. Tale dedizione fa presumere che vengano da luoghi lontani. La cripta di San Nicola pare sia stata la prima costruita per potervi conservare i resti del santo e sembra che fosse in origine una parte del palazzo del Catepano che era il governatore bizantino residente a Bari. Un'altra testimonianza del legame con l'est di questa città è la presenza, nel quartiere dove alloggiamo con il b&b, di una chiesa ortodossa dalle cupole verdi, una costruzione relativamente recente tutta recintata.
Passeggiando nei dintorni del porto alcuni silos attirano la nostra attenzione, perché sono rivestiti da grandi murales, come fotografie in bianco e nero. In particolare spicca un volto di un uomo anziano coi baffi: sono le opere dell'artista australiano Guido van Helten, che ha dato un nuovo aspetto gradevole e interessante a dei silos portuali che contengono cereali. Ci avviciniamo e una signora gentile, alla sbarra della Guardia Costiera del Porto, ci lascia entrare ad ammirare quest'opera imponente. Questo artista di Canberra ha realizzato tantissime opere in tutto il mondo, che abbelliscono tantissimi silos ed altre strutture industriali, dal Texas a Thaiti a Reykjavík, perfino un muro di una diga e la fiancata di una nave.
Gironzolando per le vie ci prendiamo una focaccia barese che è molto ricca, assomiglia ad una pizza e alla sera un bel piatto di orecchiette con le cime di rapa, in un localino minuscolo in una piazza dove le persone portano fuori le sedie di casa e si siedono in circolo a chiacchierare vicino ad una vecchia fontana.
Il 3 settembre andiamo a visitare il Castello Svevo. Il Castello Svevo, dalla fine dell'800 non è più bagnato dal mare, questo è dovuto alla costruzione del nuovo porto che ha modificato la morfologia del territorio. La fortificazione fu costruita dai Normanni in seguito alla conquista di Bari. In realtà esso fu costruito dai Normanni come difesa dai Baresi che mal sopportavano la dominazione Sveva e che infatti assediarono il castello diverse volte. In seguito alla rivolta del 1156 Re Guglielmo il Malo, per punire i baresi, rase al suolo Bari Vecchia. Solo la cattedrale di San Nicola venne risparmiata perché conteneva, appunto, le reliquie di San Nicola. Le reliquie furono portate a Bari da Myra (in Turchia) nel 1087, per questo venne costruita la Basilica (e per questo il santo è chiamato anche San Nicola di Myra). Nel Castello Svevo ci sono 2 castelli, uno dentro l'altro, il nucleo è medievale. Nel 155 il Castello fu potenziato con mura più forti che potessero resistere agli attacchi delle armi nuove. Ben 3 torri su 4 vennero colpite da fulmini e alcune vennero completamente distrutte perché erano piene di esplosivo. Una torre è chiamata Torre Dei Minorenni perché era carcere un minorile. Nel XIII secolo Federico II, lo stesso che ha costruito anche Castel Del Monte, lo ha modificato e ha creato il portale federiciano e l'atrio, con i capitelli tutti diversi l'uno dall'altro, tutti firmati con la dicitura me fecit seguita dal nome del realizzatore (mi ha fatto il tale...). Nel 1501 Isabella D'Aragona ha fatto lavori di rinforzo del castello. All'interno del cortile federiciano si possono vedere le iscrizioni con i titoli di Bonasfortia, la figlia di Isabella.
Bari, prima dell'avvento degli svevi era bizantina ed esisteva solo la Bari Vecchia, la nuova Bari è ottocentesca. Sono stati fatti recenti scavi, nel 1980, che hanno rivelato edifici preesistenti al Castello tra i quali la chiesa Bizantina di Santa Apollinare. Più tardi, con l'avvento dei Borboni il castello divenne un carcere. Nel castello è presente anche una gipsoteca che presenta tantissime riproduzioni in gesso di portali, capitelli ecc. c'è anche la riproduzione del portale della Cattedrale di San Savino. Gli originali sono in diverse località pugliesi. Ci sono poi molti reperti archeologici trovati dai butti (i pozzi che servivano a smaltire i rifiuti) tra i quali pezzi di anfore che presentano incrostazioni, dalle quali gli archeologi hanno ricavato informazioni sugli usi alimentari dell'epoca. Nella Torre dei Minorenni una bella mostra multimediale chiamata Doppia Visione ci mostra immagini, tratte da vari film. Capolavori i cui set cinematografici la Puglia ha accolto ed ai quali, sempre il territorio pugliese, ha dato uno sfondo fascinoso, immagini di donne che, come dice la presentazione dell'installazione multimediale sono :- donne in fuga, donne che danzano, protestano, si riscattano, donne che si riprendono la loro vita. Donne forti, belle, bellissime, di tutte le epoche, che arrivano fino a noi per affermare la loro eccezionalità. Dai frammenti riconosciamo Mine Vaganti di Ferzan Özpetek, Il Racconto dei Racconti di Matteo Garrone .
Più tardi, vagando per Bari Vecchia assaggiamo una cosa prelibata nella sua semplicità: le scagliozze: sono pezzi di polenta di forma quadrata che vengono fritti sul momento e salati.
4 Settembre, il treno ci porta a Polignano a Mare. La città è bellissima. Sotto al Ponte Borbonico ci aspetta la spiaggia di Lama Monachile (così chiamata perché un tempo era dimora delle foche monache). La spiaggia è affollatissima, ma vale veramente la pena tuffarsi e raggiungere a nuoto una delle tante grotte di questo ambiente naturale unico. Più tardi facciamo un giro in barca ed entriamo con l'imbarcazione in varie grotte di Polignano. Vediamo la Grotta Vescovile, così chiamata perché ha un collegamento con la dimora del Vescovo in Polignano, la Grotta Degli Innamorati, perché ha un buco sulla sommità a forma di cuore, la Grotta del Pozzo Vivo, che un tempo veniva usata come salina e la Grotta Palazzese che ora è un ristorante lussuoso. Raggiungiamo i dintorni dell'Isola di San Pietro che fu usata come lazzaretto ai tempi delle epidemie e poi, chi è al comando dell'imbarcazione, si ferma e ci lascia fare un'altra nuotata vicino alla costa.
5 settembre: riprendiamo il treno e torniamo a Trani a riprendere l'auto, che è stata diligentemente riparata e si riparte per Locorotondo un bel paese situato su una collina con le sue bellissime case bianche, tipiche della Puglia e diversi palazzi barocchi. Raggiungiamo poi Martina Franca, bella cittadina con ben 12 chiese, visitiamo la Chiesa di San Vito. Pare che a Martina Franca ci sia l'uso di una visita nella chiesa di San Vito, in onore il Santo patrono dei pizzicati (le persone morse dalla tarantola), da cui nasce il famoso Ballo di San Vito. Piove, ci riposiamo un po' dalle lunghe camminate, sedendoci nella piazza principale del paese sotto ai portici.
6 Settembre. Lasciamo Martina Franca diretti a Torre Pali, località del Salento, dove alloggeremo in una casetta vicino al mare bellissimo di quei luoghi, ma prima una visita a Lecce non ce la toglie nessuno, anche se ci siamo già stati, val la pena rivedere questa bellissima città ed assaggiare un pasticciotto leccese. La casetta dove soggiorniamo per 5 giorni a Torre Pali è di fronte al mare. Siamo nelle Maldive del Salento.
Nei giorni successivi, molto rilassati, ci godiamo un po' di mare uscendo di casa in ciabatte e compiendo solo tragitti brevi.
Una sera, proprio davanti al nostro balcone, un gruppo di musicisti suona la taranta. Una bambina con una gonna rossa balla in un modo entusiasmante, piano piano la piazza si riempie e tante persone si mettono a ballare.
La mattina dopo visitiamo Specchia con la sua Piazza del e il Palazzo Risolo, I Frantoi ipogei e la chiesa e il Convento dei Frati Neri (visti solo dall'esterno perché sono chiusi). C'è poca gente nel paese, e giriamo per le vie di Specchia, ogni tanto imbattendoci in questi frantoi scavati nel tufo o nella pietra leccese e che erano anche 5 metri sotto al livello della strada. I frantoi sono comunque tutti chiusi da pesanti grate, evidentemente per ragioni di sicurezza. La ragione dei frantoi sotto terra era dovuta principalmente alla temperatura costante del luogo.
9 Settembre Il tempo è un po' nuvoloso, partiamo in auto e arriviamo a Santa Maria di Leuca e Capo Di Leuca, Arriviamo al faro che è la punta estrema del tacco dello Stivale, affrontando la lunghissima scalinata dell'Acquedotto Pugliese. Purtroppo la cascata dell'acquedotto è chiusa (viene aperta solo in alcuni giorni del mese). Vediamo di fronte a noi il Mar Ionio, siamo alla fine della penisola, anche detta finibus terrae . Si parte per Otranto, a rivedere la Cattedrale e i suoi mosaici pazzeschi. I mosaici sono un'opera pazzesca, con tantissime raffigurazioni, il pavimento è pieno zeppo di scene e rappresentazioni: la vicenda di Caino e Abele, tutti i medaglioni ognuno dei quali rappresenta un mese dell'anno e tantissime raffigurazioni bibliche tutte realizzate con la tecnica delle tessere di mosaico. Sta piovendo, saliamo in macchina e ci ritroviamo a Maglie, il paese di nascita di Aldo Moro. Davanti alla sua casa natale c'è una statua in suo ricordo.
E' il 10 settembre, purtroppo la nostra vacanza sta per terminare e dobbiamo prendere la direzione nord. Lungo la strada ci lasciamo alle spalle le tante pale eoliche pugliesi che girano rassicuranti a bordo dell'autostrada. Troviamo il tempo per fermarci a Gravina in Puglia, la cittadina è molto affascinante con il ponte acquedotto. Questo ponte ad archi era stato fatto per permettere ai fedeli di raggiungere la chiesa della Madonna della Stella attraversando il Gravina. Durante un terremoto nel '700 il ponte crollò, ma venne ricostruito dalla famiglia degli Orsini e la sua funzione principale divenne quella dell'acquedotto, per portare le acque delle sorgenti dell'altro lato del Gravina alla città. Il ponte è attraversabile a piedi e il paesaggio è molto particolare. La composizione del terreno della sponda opposta alla città è di detriti calcarei che drenano l'acqua, mentre negli strati inferiori c'è argilla. In questo modo si raccoglie l'acqua in una falda. Questo ha contribuito alla formazione di abitazioni scavate nel tufo, che potevano contare sulla presenza dell'acqua di sorgente. Successivamente si è pensato di usare questa risorsa idrica costruendo l'acquedotto che porta l'acqua sull'altra sponda dov'è la città. Il paesaggio è molto affascinante, con grotte e chiese rupestri scavate nel tufo, ricorda un po' Matera. Anche la Chiesa della Madonna della Stella è scavata nel tufo, sembra che abbia preso il suo nome da una stella cometa che veniva raffigurata in un affresco all'interno della chiesa stessa e che adesso non è più visibile. Purtroppo queste chiesette non sono visitabili. All'interno del paese compare un monumento dedicato a Giuseppe Di Vittorio il grande sindacalista della CGIL con l'anno 1970 scolpito nella pietra.
Si riparte in direzione nord, arriviamo nella serata a Vasto e lì ci fermiamo. Vasto è una bellissima cittadina abruzzese con un grande terrazzo, pieno di locali e ristoranti, che offre una bella vista su Vasto Marina. Bellissima la Piazza Rossetti tutta illuminata.
11 settembre. Un ultimo giro per Vasto, dove visitiamo la Chiesa di Santa Maria Maggiore con la cripta e i resti un po' impressionanti di San Cesario, tutto vestito da soldato romano e messo in posizione seduta. Bella la Concattedrale gotica di San Giuseppe. Raggiungiamo la riserva naturale di Punta Aderci un ambiente naturale bellissimo con le dune, il mare di un colore azzurro tenue e la sabbia color ambra. Sulla spiaggia qualcuno si è divertito a costruire, con una certa abilità, un dinosauro, una giraffa, un coccodrillo con i detriti legnosi portati dalle mareggiate.
E si riparte, prossima tappa: Ascoli Piceno, città molto bella. Assaggiamo le olive ascolane in un cartoccio, ne vale la pena. Passiamo in Piazza Del Popolo, con i suoi portici e vediamo la Cattedrale di Sant'Emidio con la sua cripta. Veramente bella. Ci sediamo un attimo al Caffè Meletti, locale storico di Ascoli, dove pare che siano passati occasionalmente vari personaggi come Ernest Hemingway, Renato Guttuso, Jean Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Sandro Pertini e Giuseppe Saragat. Qui vendono un liquore, l'anisetta, prodotto originariamente dall'industriale Silvio Meletti.
E' l'ultimo giorno, nella serata ci ritroviamo a Rimini, un luogo rilassante nel quale mi sento a mio agio e che mi consola del fatto che la vacanza è ormai finita. Ceniamo con un'ottima piadina e poi a rivediamo il centro storico, il Ponte di Tiberio illuminato e il quartiere San Giuliano con i suoi murales che ricordano Fellini con i localini e le case basse.