Arriviamo ad Aci Castello nel pomeriggio, si sente subito la differenza di temperatura, qui é ancora estate. Passiamo davanti a un muro con un murales dedicato a Don Puglisi e arriviamo al Castello Normanno, sulla scogliera i bagnanti si godono il sole e il mare della Sicilia. Il castello é ormai una rovina ma é molto suggestivo, ricorda il castello di Highlander. Seduti ad un bar nella piazza di Aci Castello ci gustiamo un'ottima granita alla mandorla. Passando in una via del paese un'iscrizione sotto un mistadello ci informa che lì sono custodite le reliquie di Sant'Agata. Ci spostiamo ad Acireale, che ha una bella piazza con una pavimentazione molto bella, ci dicono che é un progetto portoghese, in effetti potrebbe ricordare Piazza Rossio di Lisbona, anche se la superficie della pavimentazione qui é liscia. Visitiamo la Basilica dei Santi Pietro e Paolo, con la facciata in pietra bianca di Siracusa. L'interno era affrescato ma le opere sono state coperte, il soffitto é bellissimo con affreschi che hanno una tonalità ambra. Interessante la meridiana, e la storia della sua realizzazione che ha ispirato un film: Gli astronomi, un film di sapore illuminista girato proprio ad Acireale. Nel film si racconta la storia degli astronomi Peters e Wittelsberg che vengono mandati in Sicilia dal nord Europa per costruire la meridiana. Si scontreranno con l'ostilità della popolazione e con delle pressioni tese a far cambiare la posizione della meridiana, perchè il tracciato dell'orologio solare sarebbe passato proprio sopra alla tomba di alcune persone importanti di Acireale. Più tardi ci facciamo un bagno nell'acqua cristallina tra gli scogli lavici di Acireale, dove sono installate delle terrazzine in legno in concessione del Comune, con la scaletta che porta al mare. Ci spostiamo a Giarre, dove vediamo la chiesa di Sant'Isidoro e dove alloggeremo.
8/9/2025
La mattina, siamo diretti al Rifugio Sapienza per l'escursione sull'Etna. Con l'auto percorriamo una strada piena di tornanti e l'ambiente comincia a cambiare: macchie di vegetazione verdi e giallo intenso in mezzo al grigio della sabbia lavica, sembra un pianeta alieno. Man mano che saliamo l'aria si fa più frizzante. In un paesino ci prendiamo una focaccia ripiena con prosciutto e formaggio. Arriviamo al rifugio Giovanni (o Giovannino) Sapienza che è un po' il punto di partenza per tutte le escursioni sull'Etna. Questo rifugio è stato più volte toccato dalle colate laviche ma miracolosamente mai distrutto. In una delle ultime recenti eruzioni, mentre stava arrivando il fiume di materiale magmatico, venne costruita una diga di sabbia lavica e terra che riuscì a deviare la lava. Dal Rifugio Sapienza, prendiamo una funivia che ci porterà nei pressi del cratere di sud est, uno dei crateri più attivi dell'Etna, lo vediamo fumare al momento della nostra visita. C'è un vento pazzesco, io entro nei locali nel punto di arrivo della funivia e mi affitto un giubbotto pesante. Da questo punto, saliamo su un pullmino fuoristrada che ci porta fino alla Torre del Filosofo a 2900 metri.
La Torre del Filosofo era un rifugio ma adesso in quell'area nulla è più visibile, perchè, ci dice la guida, il rifugio o quello che ne rimane è coperto da 60 metri di lava. L'Etna è estremamente imprevedibile ed erutta anche lateralmente e in zone più basse tutto intorno ai crateri sommitali. La funivia sulla quale siamo saliti è stata distrutta dalla lava solo nel 2002, insieme a rifugi e ristoranti. La lava impiega tanto a raffreddarsi, in una zona sotto ai nostri piedi basta scavare un pò con la mano nella sabbia lavica per vedere ancora il fumo che esce anni dopo l'ultima eruzione. Ci racconta una guida che il gestore del ristorante che si trova vicino al rifugio sapienza, dopo una delle tante eruzioni, ha conficcato dei tondini di ferro nel suolo lavico e per almeno dieci anni ha sfruttato il calore che ne proveniva: acqua calda e piscina riscaldata gratis.Passiamo la serata a Giardini Naxos passeggiando sul lungomare. Un tempietto ci ricorda che nel 1960 la fiaccola olimpica passò proprio in questa cittadina. Passiamo davanti al Castello di Schisò, costruito su una colata lavica ora un po' in decadenza ma molto bello.
09/09/2025
La mattina ci mettiamo in viaggio verso le Gole dell'Alcantara. Rivedo la caccia del drago nell'episodio "La cerva" del Racconto dei Racconti (il film fantastico di Matteo Garrone). Le gole hanno passaggi strettissimi, anche 2 metri in certi punti, e tutto intorno ci sono delle pareti di basalto materiche e primordiali, molto affascinanti. Passano molti visitatori e ragazzi in muta per fare body rafting e tutti camminando toccano queste rocce dalle forme prismatiche affascinanti, è un impulso irresistibile. L'acqua del fiume è gelida, fa male ai piedi, ma dopo un po' ci si abitua. Per fortuna una coppia gentilissima ci presta le scarpette da fiume che sono indispensabili per poter camminare nel letto dell'Alcantara. Nel pomeriggio ci dirigiamo a Castelmola, da dove si gode di un'ottima vista sulla vallata. Entriamo nella chiesa, adibita ad auditorium, dove sul palco c'è un pupo siciliano. E' d'obbligo andare a bere un bicchierino di vino alle mandorle al bar Turrisi, il famoso "bar dei falli". All'interno tutto è fatto a forma di pene maschile, maniglie delle porte, i braccioli delle sedie, mobili e arredamenti. Anche il vino alle mandorle viene servito in un bicchiere a forma di fallo. Dal terrazzino del bar si gode di una vista eccezionale. Infatti, quanto eravamo a Giardini Naxos, vedevamo nettamente due alture con un paese sulla sommità, una è proprio Castelmola e l'altra, un po' più bassa, è Taormina. Scendiamo con l'auto dalla strada a tornanti e risaliamo verso Taormina, bellissima e sontuosa con la sua Piazza IX Aprile, piena di negozi alla moda. Una modalla posa per un servizio fotografico. Sulla Piazza c'è la Basilica Cattedrale, dedicata a San Nicola di Bari. Girando per il paese ci sono scorci e anfratti molto suggestivi dove hanno ricavato localini e ambienti splendidi tra le naumachie, che sono mura antiche di origine romana. Il nome deriva dalle antiche battaglie navali simulate che venivano fatte all'epoca, anche se pare che Taormina non avesse mai ospitato simili manifestazioni. Scendendo verso Giardini Naxos vediamo l'Isola Bella di Taormina, un isoletta visitabile a piedi, c'è un sentiero da fare a piedi passando nell'acqua del mare sopra una sottile lingua di sabbia. L'Isola Bella è un'oasi WWF.
10/09/2025
La mattina si parte in macchina, direzione Piazza Armerina. Nel tragitto il paesaggio è molto arido, ci sono colline brulle di un colore desertico, ma è incredibilmente bello. Prima di arrivare a Piazza Armerina visitiamo la Villa Del Casale costruita nel terzo e quarto secolo dopo cristo probabilmente da Lucio Aradio Valerio Proculo Populonio, console romano. La villa è piena zeppa di mosaici perfettamente conservati ed è patrimonio unesco dal 1997. Al suo interno, ci sono una basilica, le terme e una palestra, tutte decorate da mosaici. Ci sono pavimenti con scene di caccia incredibilmente dettagliate. Vediamo anche la famosissima sala delle ragazze in bikini, chiamata così perchè sul pavimento della sala c'è un mosaico che rappresenta 10 giovani ragazze sportive con un costume identico al bikini di oggi. In una delle stanze è rappresentato il mito di Arione. Nella mitologia, Arione era un musicista greco, venuto a suonare in Sicilia. Arrivato nell'isola venne derubato e minacciato di morte; prima che lo uccidessero chiese di suonare un'ultima volta e così un delfino, sentendo la sua musica, lo salvò portandolo in groppa lontano dai suoi aggressori. In una stanza, anche questa famosissima, quando si parla della Villa Romana Del Casale, è la stanza da letto del padrone che presenta un bellissimo ed erotico mosaico di una coppia in atteggiamento di intimità. L'Uomo regge un recipiente che, ci dicono, doveva contenere del miele o forse l'idromele, perchè era uso dell'epoca consumare il miele durante gli amplessi e questo potrebbe essere l'origine del modo di dire "Luna di miele".
Arriviamo a Piazza Armerina nel tardo pomeriggio. Piazza Armerina è stato il luogo nascita di Boris Giuliano questore Palermo e capo della Squadra Mobile, ucciso da cosa nostra nel 1979. In Piazza Duomo c'è il bellissimo Palazzo Trigona del '700 ora museo. Il Barone Marco Trigona ha pagato l'ampliamento della Cattedrale di Piazza Armerina, infatti è sepolto lì. Nel museo ci sono anche ritratti del famoso Conte Ruggero che vinse la guerra contro i musulmani nel processo di latinizzazione della Sicilia (lo stesso che conquistò Mazara del Vallo). Durante la visita del museo scopriamo che un tal Piero Gazzola, piacentino, è stato dirigente della soprintendenza dei monumenti siciliani negli anni '40. Tra le altre cose il Gazzola ha risolto il problema dei mosaici della Villa Dei Casali, che si dovevano poter vedere senza essere calpestati, mediante i terrazzi di legno sopraelevati e il tetto a copertura. Girando per la cittadina vediamo la Commenda dei Cavalieri di Malta, molto antica e buia, invece delle finestre ha solo delle piccole feritoie, purtroppo è chiusa al pubblico. Sfortunatamente a Piazza Armerina (detta anche semplicemente Piazza), esistono moltissime chiese, ma sono quasi tutte chiuse, compresa la Chiesa di San Giovanni che all'interno pare abbia degli affreschi fiamminghi. Sempre da fuori è affascinante la chiesa vecchissima dei Teatini. Ci sediamo a Piazza Garibaldi su una panchina, passano dei fratellini, che giocano e si rincorrono nella sera, due maschi e la sorellina un più alta di età, molto graziosa, e già con il velo che le copre il viso.
11/09/2025
La mattina a Piazza Armerina si va al Duomo (o Basilica Cattedrale), che ha una storia abbastanza tormentata con un vessillo di epoca bizantina che era stato conservato in questo luogo. Il vessillo era molto importante perchè simbolo della vittoria sui musulmani e venne nascosto in una cassa durante la rivolta dei baroni. Poi venne ritrovato durante l'epidemia di peste del 1348 e portato in processione. Si credeva che per questo si fosse attenuata l'infezione. In seguito il Barone Trigona dispose nel testamento che il Duomo venisse ampliato. Il Duomo Cattedrale di Piazza Armerina è molto ricco, con un altare tutto in lapislazuli. C'è un quadro che rappresenta il terribile martirio di Sant'Agata (che tra l'altro è la patrona di Catania). Piazza Armerina è stato un luogo molto importante nella Sicilia, nel passato frequentato da tante personalità. Lo stesso Trigona non era di Piazza Armerina ma scelse questa cittadina come sua dimora. Anche la conformazione naturale di Piazza Armerina è favorevole, è situata in un territorio molto più verde e attraversato da corsi d'acqua, lo abbiamo visto viaggiando in auto da Giardini di Naxos. Girando per il centro visitiamo uno dei negozi dell'Associazione Beteya' che aiuta i migranti commercializzando magliette e altro merchandising fatto da loro, in strutture sequestrate alle associazioni mafiose. Anche il Presidente Mattarella è stato in visita in questa associazione. Inoltre c'è anche l'Associazione Don Bosco 2000 che si occupa di ospitare i migranti.
Ne pomeriggio ci spostiamo a Caltagirone famosa, tra le altre cose, per le sue ceramiche e per la imponente scalinata di Santa Maria del Monte con 142 scalini (quando li fai sembrano molti di più) tutti decorati con maioliche. Ai lati della scalinata ci sono localini, b&b e negozi. Bella la Cattedrale di San Giuliano con la sua cupola rivestita in ceramica appunto. Visitiamo il Carcere Borbonico, struttura imponente dalle mura talmente massicce che non sono mai state intaccate dai vari terremoti che tormentano la Sicilia. C'è una bella sala immersiva con proiezione sulle pareti di filmati che raccontano le vicende dei condannati. Lo stesso costruttore del carcere, caduto in disgrazia, è finito in questa struttura. Ci sono celle sotterranee umide con sempre un po' d'acqua sul fondo, come nei terribili in pace di Victor Hugo e c'è una grata dalla quale, all'epoca, si potevano sentire i lamenti dei condannati. Gli scalini all'interno sono irregolari per rendere difficile un'eventuale corsa per fuggire.
12/09/2025 siamo ancora a Caltagirone e visitiamo il museo della ceramica e poi un frate molto gentile ci apre il Convento dei Cappuccini e ci fa fare una visita guidata. Vediamo il bellissimo tabernacolo che è in legno e tartaruga e poi varie opere di Fra Semplice da Verona e di Mario Minniti che era molto amico del Caravaggio. Caravaggio fu ospitato e nascosto a casa di Minniti quando lo volevano arrestare. Un'opera rappresenta la storia di Santa Barbara che venne uccisa dal padre perchè cristiana e il padre a sua volta, tornando a casa venne incenerito da un fulmine. Il frate che ci fa da guida ci spiega che un tempo il Convento dei Cappuccini di Caltagirone era come quello di palermo con tutte le mummie dei deceduti messe in un ambiente sotterraneo. Solo in seguito i resti mortali sono stati messi in un ossario. Usciti dal Convento dei Cappuccini giriamo per la cittadina dove è molto presente il ricordo di Don Luigi Sturzo, fondatore del Partito Popolare e oppositore del fascismo che naque proprio a Caltagirone. Nel pomeriggio, una visita alla Villa Vittorio Emanuele, il giardino pubblico di Caltagirone, i siciliani lo chiamano A Vidda. Bellissimo il giardino ed il tempio tutto decorato con ceramiche.
13/09/2025 la mattina, prima di lasciare Caltagirone ci fermiamo al Cimitero Monumentale, bellissimo, con una ricchezza di addobbi incredibile, un po' abbandonato e decadente come nei racconti di Lovecraft, vale la pena di vederlo. Partiamo per la prossima tappa: il Castello di Donnafugata. Subito ci immergiamo nell'atmosfera del Racconto dei Racconti, il film fantastico di Matteo Garrone. Bellissima anche la Coffee House, neoclassica, dove pare che gli ospiti della villa si radunassero per chiacchierare e gustarsi una granita al gelsomino detta scursunera . Bellissimo anche il labirinto fatto con muretti in pietra. Lasciamo il castello di Donnafugata e andiamo all'Isola Delle Correnti che è il punto più a sud dell'Italia e dove si incontrano due mari, lo Ionio ed il Mediterraneo.
14/09/2025 Siamo in viaggio verso Avola, arriviamo la mattina presto e dopo aver gustato un cannolo nella piazza del paese, ci fermiamo davanti alla Chiesa Madre di San Nicolò con le sue statue del '700. Poco dopo ripartiamo, destinazione: Siracusa, anche se ci siamo già stati volevamo rivedere la piazza splendida di Ortigia. Purtroppo il Duomo è chiuso per lavori. Al largo nel porto c'è una nave di Emergency. Nel pomeriggio facciamo un lungo spostamento in auto per arrivare di nuovo alle pendici dell'Etna, dove sono le Cantine Gambino. Il luogo è molto ben curato, tutto intorno le viti crescono sul terreno lavico che, com'è noto è estremanente fertile e cede degli elementi complessi alle viti. La strada sterrata che porta alla sala di degustazione della cantina è composta da ghiaia lavica. Nei locali della cantina, tanti stranieri, piuttosto allegri, (probabilmente inglesi o americani) gustano i vini dell'Etna. Ci prendiamo qualche bottiglia di Tifeo rosso dell'etna, che prende il nome del gigante imprigionato da Zeus nel sottosuolo della Sicilia e che, ogni tanto, stputa fuoco dalla bocca.
15/09/2025
nella mattinata raggiungiamo Acitrezza e la Costa dei Ciclopi che non avevamo ancora visto. Bellissima la vista dell'isola Lachea e dei faraglioni. Questa località, così come Acicastello e Acireale, prende il nome di Aci il fiume che qui scorre e dal mito greco di Aci e Galatea. La leggenda narra che Galatea era una ninfa del mare, Polifemo si innamorò di lei, non corrisposto, perchè Galatea amava Aci. Un giorno Polifemo li vide insieme sulla spiaggia e in un impeto di gelosia, lanciò un pietrone e uccise Aci. Galatea trasformò il sangue di Aci che sgorgava in acqua limpida e così creò il fiume Aci.
Arriviamo a Catania, l'ultima tappa del nostro viaggio e passiamo un pomeriggio in spiaggia.
16/09/2025 La mattina a Catania inizia con una visita alla Piscaria (il mercato antico), dove ci sediamo ad un tavolino e ci gustiamo un coppo di fritto misto. Catania è nera di lava, la pavimentazione delle strade è nera perchè fatta con rocce laviche, i palazzi sono neri e grigi. Tutto questo ha un fascino molto speciale. Passiamo davanti al bellissimo Palazzo Biscari. Entriamo nella Chiesa della Badia di Sant'Agata, che è una parte dell'enorme Monastero dei Benedettini, c'è un parroco che sta celebrando la messa in polacco per un gruppo di connazionali in gita. Visitiamo il Duomo ovvero la Cattedrale di Sant'Agata dov'è il monumento funebre di Vincenzo Bellini, il celeberrimo musicista di Catania che ha scritto la Casta Diva (il brano famosissimo che fa parte dell'opera La Norma). Vediamo le opere di Borremans il pittore fiammingo e la mummia del vescovo Dusmet con la maschera d'argento e le mani mummificate e nerissime. A Catania c'è un vero culto del Vescovo Dusmet che sembra abbia fatto molte opere di bene. Passeggiando per la città capitiamo in un set cinematografico di Bolliwood, c'è ancora molto caldo e l'attrice protagonista viene continuamente ritoccata dai truccatori. Facciamo una passeggiata nella Via Etnea che è un po' come Spaccanapoli (la via centrale lunghissima che taglia in due Napoli) però in fondo alla via Etnea si ha la visuale dell'Etna fumante.
Nel pomeriggio facciamo una visita guidata del Monastero dei Benedettini del 1500 che è mastodontico, uno dei più grandi d'Europa, e comprende anche la Chiesa di San Nicolò L'Arena con le sue colonne enormi. Oggi il Monastero è sede universitaria dal 1977. Nel cortile del monastero vediamo i resti della colata lavica che lo ha invaso parzialmente nel 1669. All'epoca tutti si resero conto che la colata lavica non si sarebbe fermata e infatti arrivò ben 2 mesi dopo l'inizio dell'eruzione e raggiunse i 12 metri di altezza, invadendo il cortile e parzialmente alcuni ambienti del monastero. Per liberare il cortile dalla colata lavica lavorarono per un anno o più gli scalpellini.
All'epoca i figli dei nobili secondogeniti venivano obbligati a diventare monaci ed essendo essi molto facoltosi, portavano una dote milionaria all'ordine dei Benedettini, per questo la struttura è mastodontica oltre che molto bella. Il chiostro è bellissimo e comprende un gazebo barocco fantastico, tutto in marmo di Carrara che è stato chiamato Coffee House, olte ad una fontana, anche questa molto bella. All'epoca del fascismo la fontana fu smontata e riposta da qualche parte nei sotterrranei, per far posto ad una palestra. Solo casualmente venne ritrovata, mi pare negli anni del dopoguerra e venne ricostruita grazie ad un disegno originale della stessa che un architetto parigino aveva nel suo studio. I seminterrati e sotterranei del convento vennero usati anche come rifugio antiaerreo. Attualmente costituiscono la sede incantevole della biblioteca, solo che, per poter mettere i libri antichi in questo ambiente un po' umido, si sono dovuti installare dei deumidificatori. Propio nei lavori di scavo per l'installazione degli umidificatori, è stata rivenuta una casa romana antica con i pavimenti a mosaico. Ora gli studenti dell'università studiano in questo ambiente fascinoso. Attraversiamo un corridoio lunghissimo all'interno del monastero e la guida mentre camminiamo, ci informa che all'inizio del corridoio eravamo al 1° piano dell'edificio ma ad un certo punto, senza rendersene conto, ci si ritrova al pianterreno, questo perchè la lava ha riempito parzialmente gli ambienti sotto ai nostri piedi. E' impressionante vedere come si convive con un vulcano: ci sono alcuni portali di collegamento che si affacciamo sul corridoio, sontuosi, con le loro cornici che abbellivano la porta, ma la stanza non esiste più, una parete di lava riempie il passaggio. Tra i vari ambienti che visitiamo nel monastero c'è anche un ex osservatorio astronomico, ormai vuoto, è stato tolto nel 1980. Attualmente ci sono ben due osservatori astronomici sull'Etna. Visitiamo anche la cucina, enorme. Una cucina come questa è descritta esattamente nel romanzo I Vicerè di Federico De Roberto. Vediamo poi un enorme pendolo di un sismografo, ci spiegano che ha un peso di 300 Kg., una specie di torta enorme di cemento appesa al soffitto con un cavo. Gli archi di questi ambienti sono stati fatti con resti di ossa di animali e resti di anfore antiche perchè il costuttore all'epoca aveva già un'embrione di idea di protezione antisismica, perchè il materiale così fatto trasmette poco le vibrazioni. Vediamo il pozzo, molto profondo, del monastero. L'acqua del pozzo viene dal fiume Amenano, che una volta scorreva in superficie a Catania, ma poi è stato seppellito dalla lava ed ora resta nel sottosuolo della città, fino a sboccare vicino al porto. L'acqua dell'Amemano, si rivela in città sgorgando dalla bellissima Fontata Dell'Amenano (appunto) che tutti possiamo vedere in piazza Duomo, vicino all'entrata della Piscaria. L'Amenano prende il nome dalla divinità alla quale il fiume stesso era stato associato dai Greci, l'Amenanos che era un dio fluviale ed era rappresentato come un toro androprosopo (un toro con la faccia umana). Camminando nei sotterranei arriviamo ad una stanza che è stata recuperata relativamente da poco tempo e che era un vuoto della struttura riempito di terra. Togliendo la terra è stata recuperata una stanza circolare, con una struttura in acciaio sul soffitto, ancorata alle pareti rocciose, che serve da struttura portante ed è di colore rosso vivo a simboleggiare la lava, una sorta di fiore tecnologico d'acciaio rosso in una stanza sotterranea di roccia, il tutto estremamente suggestivo. La mastodontica chiesa di San Nicolò L'Arena (la più grande della Sicilia), fa parte del complesso del Monastero e non è terminata. Sembra che i lavori siano stati interrotti perchè le colonne sarebbero state più alte di San Pietro a Roma, o forse più semplicemente perchè sono mancati i fondi. Il tre di febbraio di ogni anni, proprio qui si svolge la festa di Sant'Agata dove i fedeli portano la statua della Santa. Fino ad un milione di persone partecipano a questa festa religiosa che viene paragonata alla Semana Santa di Siviglia.
Uscendo dal monastero passeggiamo fino al quartiere di San Berillo, un progetto di recupero sub urbano, dove troviamo un ambiente giovane e piazzette piene di murales e di localini. Più tardi, arriviamo all'Anfiteatro Romano. Se ne vede una piccola parte nel centro di Catania Vicino a Piazza Stesicoro. L'anfiteatro è chiamato anche Colosseo Nero, era enorme e e pare che lì facessero addirittura delle finte battaglie navali per deliziare il pubblico.
17/09/2025 Purtroppo è finita! Oggi è l'ultimo giorno e nel primo pomeriggio ci aspetta l'aereo per Malpensa, Facciamo l'ultimo giro in Piazza e davanti al Duomo, ci sarebbe ancora tanto da scoprire. Davanti al duomo c'è l'entrata sotterranea delle Terme Achilliane. Al momento non si può entrare, ma ci dicono che è una testimonianza molto importante e interessante di epoca romana. Ancora un giro alla Fera O'Luni (il mercato di Catania), così chiamata (fiera del Lunedì) perchè prima si svolgeva solo in quel giorno della settimana. Passiamo davanti al Teatro Massimo Vincenzo Bellini che, a differenza della gran parte degli edifici di Catania, ha un colore con le tonalità del tabacco, molto bello. Dicono che abbia un'acustica formidabile.
